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Casa Vianello, la tata confessa: "Degradata addirittura a sguattera"

Daniele Priori
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Una vita da tata in tv per Giorgia Trasselli e un sogno nel cassetto: passare da tata a investigatrice per dar luogo a un vero colpo di teatro. Trentacinque anni, del resto, sono trascorsi da quel 1988 in cui l'attrice romana "prese servizio" in Casa Vianello interpretando il ruolo di collaboratrice domestica della coppia più bella della tv: Sandro e Raimondo. Giorgia torna in prima serata da domani, venerdì 13 gennaio, su Canale 5. Sarà tra i protagonisti (e anche in questa serie nel ruolo della tata!) della 2ª stagione di Fosca Innocenti diretta da Giulio Manfredonia con Vanessa Incontrada.

La tata è proprio un ruolo che le appartiene...
«Beh evidentemente sì, anche se la tata che interpreto in Fosca Innocenti è molto diversa da quella di Casa Vianello. È un personaggio molto più accudente rispetto alla tata di Sandra e Raimondo. Sono passati gli anni. Ma soprattutto le storie di Fosca sono diverse, hanno un altro tratto anche stilistico. Il mio personaggio è una contadina saggia, volitiva, toscana che vede il pericolo. Che ha delle antenne legate alla sua età, alla sua esperienza di vita ed è mossa anche dall'amore che ha per Fosca, orfana di madre, che quindi la tata sente come una figlioccia da proteggere, curare, alla quale preparare da mangiare... Mentre io nella vita vera in cucina non sono poi così brava!».

Ci racconti l'aneddoto che ricorda con più piacere di Casa Vianello. E se c'è anche qualcosa che ha visto e l'ha sorpresa.
«Loro erano proprio così come tutti li abbiamo conosciuti. A volte mi viene da parlare al presente perché mi sembra strano che non ci siano più. Per fortuna, però, ci sono tante repliche che ce li ricordano continuamente. Quello che mi ha sorpreso è che non avrei mai immaginato la serie potesse avere una tale durata. Il successo dopo le prime due stagioni si poteva anche prevedere, perché il pubblico manifestava anche per la strada gioia, affetto e apprezzamento pure per il mio personaggio. È stato qualcosa che mi ha creato un magnifico stupore».

Preferiva Sandra o Raimondo?
«Come personaggio ero sempre dalla parte di Sandra contro Raimondo. La cosa che mi divertiva maggiormente proprio nella scrittura della sit-com, era che in realtà lui andava contro le iniziative mie e di Sandra che trovava terrificanti. Io ogni tanto venivo degradata addirittura a sguattera, poi alla fine però lui stesso si lasciava prendere dalle nostre cose. E questo a me faceva morir dal ridere...».

Questo riguardo i personaggi. Ma parlando invece di Sandra e Raimondo reali?
«Con Sandra avevo un rapporto più da donna, ci raccontavamo delle cose. Spesso ci ritrovavamo nel suo camerino. Si parlava di molte cose che riguardavano il nostro mondo personale. Con Raimondo c'era un rapporto diverso ma ugualmente bellissimo. Bastava uno sguardo in scena per capirci. Capitava di parlare di teatro, cinema e poi naturalmente di come sistemare al meglio le battute. Sono stati anni intensi sia dal punto di vista umano che lavorativo».

Quando tutto è finito, ha continuato a frequentarli anche fuori dalle scene?
«In realtà posso dire che non si pensava sarebbe finito tutto nel 2007. C'erano ancora dei copioni sulla scrivania. Ci siamo salutati dandoci appuntamento alla prossima. Ricordo un abbraccio meraviglioso con Sandra. Quando loro si sono ammalati poi ci siamo sentiti per telefono. E capitava che quando ero a Milano li chiamassi per andarli a trovare».

Arrivando al presente e a Fosca Innocenti. Ha legato con Vanessa Incontrada?
«Non la conoscevo personalmente ma siamo andate d'accordo subito. L'avevo sempre ammirata e seguita tantissimo sugli schermi. Conoscerla mi ha confermato il suo essere deliziosa, immediata, spontanea, brillante, esuberante anche lei. Mi piace molto. Ognuno di noi sul set ha portato il meglio di sé e mi pare che anche il pubblico l'abbia capito».

Da donna cosa pensa del bodyshaming che periodicamente Vanessa subisce? E delle sue reazioni?
«Sul bodyshamig penso debba mettere molte parentesi per le parolacce che vorrei dire. Commenti cretini del tutto inopportuni. Per la mia mentalità tutto questo è talmente stupido. Una personalità artistica apprezzala oppure no ma criticane l'arte, la performance, non il corpo. Non ci si rende conto di quante ragazze e ragazzi vengono bullizzati perché troppo grassi, troppo magri, troppo alti, troppo bassi. Una società in cui ci sono ragazze che muoiono di anoressia. Fa benissimo Vanessa a fregarsene. Io metterei la firma per essere una donna come Vanessa e chissà quante firmerebbero per essere belle come lei. Pazzesco che a volte siano proprio le donne a fare questo tipo di commenti».

Proporrebbe una serie spin-off sulla sua tata?
«Non ci ho mai pensato personalmente. Però le dico che tanti anni fa, durante il periodo favoloso di Casa Vianello, un regista mi propose di fare il mio personaggio a teatro. Io però mi sono rifiutata perché non avevo nessuna intenzione di utilizzare un soggetto creato dalla fantasia di Raimondo e degli autori di Casa Vianello. Oggi non lo so... Scrivere una commedia sulla tata forse no. In realtà vorrei fare la Poirot al femminile. Una detective che non ne azzecca una... (ride)».

Progetti futuri?
«Ho ripreso le mie lezioni nella scuola di recitazione che ho diretto fino al 2012. Lasciai la direzione dieci anni fa per girare nei teatri di tutta Italia con Lello Arena e i suoi Parenti Serpenti e Miseria e Nobiltà. Il 21 marzo sarò Alda Merini a Milano nello spettacolo tratto dal libro di Margherita Caravello, diretto da Antonio Nobili un regista di successo che è stato mio allievo quando aveva 17 anni. Mi regalò un libro di poesie tanti anni fa, poi dopo molto tempo è arrivata la proposta di portare in scena la Merini, personaggio grandioso dal punto di vista letterario e umano anche al di là delle sofferenze. Era una donna che assieme alle difficoltà coniugava gran voglia di vivere e sorridere». 

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