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Prima della Scala, Vittorio Sgarbi inchioda Meyer e Beppe Sala

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"Parole che fanno pena? Vuol dire che è maleducato": Vittorio Sgarbi, intervenuto ai microfoni de La Zanzara su Radio 24, ha risposto così al Sovrintendente de La Scala Dominique Meyer. La polemica fra i due è nata ieri, prima che si alzasse il sipario alla Prima. Il sottosegretario alla Cultura ha detto che a suo parere la posizione di Sovrintendente dovrebbe essere ricoperta da un italiano. "Io non faccio commenti su questo, sono in Italia da 30 anni e la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980 - ha risposto Meyer -. Non mi sono mai sentito uno straniero. E mi sento a casa laddove si fa cultura. Per la prima volta ho sentito questa parola dura, 'straniero', e mi ha fatto pena".

 

 

 

"I mandati finiscono, non sono eterni - ha detto Sgarbi in radio -. Uno non può essere rinnovato perché ha fatto due mandati. Meyer decadrà e io spero che ci vada un italiano”. Parlando del direttore del museo fiorentino, invece, ha detto: “Sono amico di Schimdt, niente contro di lui, ma a dirigere deve essere un italiano, lo dico simbolicamente. Il problema non è il sovranismo, parliamo italiano o francese? Gli Uffizi sono il massimo dell’Italia e fino a che non avremo un magistrato straniero non dovremo pensare che un sovrintendente che vince un concorso debba essere straniero". E ancora: “La Scala e gli Uffizi devono avere un direttore italiano, Macron non metterebbe mai un italiano al Louvre. Avete mai visto un magistrato o un prefetto straniero? Un presidente della Repubblica straniero?".

 

 

 

Infine ha spiegato il motivo per cui ha preferito non andare alla Prima: "Mi sembrava meglio non andare. Mi ha invitato Fontana, ma l’antipatia di Beppe Sala è tale che non puoi andarci ospite della Regione. Poi hanno ragione i sindacati, non puoi spendere due milioni di euro di regia e dare meno soldi alle maestranze”.

 

 

 

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