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Prima della Scala, Mattarella: "La cultura russa non si può cancellare"

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Alla Prima della Scala, Sergio Mattarella è stato accolto con calore ed entusiasmo debordante: un lungo applauso del pubblico, compreso quello del palco reale, al cui c'entro c'era proprio il Capo dello Stato. Al suo fianco Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Ignazio La Russa. Ma la standing-ovation ha coinvolto ogni singolo settore e seggiolino, tutti in piedi dalla platea, ai palchi e fino al loggione. Un omaggio a Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, accolto dal presidente della repubblica con un cenno del capo, come a inchinarsi. E ancora, molte le urla: "Grazie presidente".

E si apprende che poco prima del suo trionfale ingresso alla Scala, durante il pranzo con la presidente von der Leyen, quest'ultima si è detta molto emozionata per la sua prima volta all'evento, uno dei più importanti del panorama culturale italiano. Prima volta anche per Giorgia Meloni. Dunque, Mattarella ha cancellato le polemiche sull'opportunità di rappresentare in un momento come questo un'opera russa, in scena infatti il Boris Godunov, a dirigere il maestro Riccardo Chailly.

"Sono posizioni che non condivido sia sul piano culturale sia su quello politico - ha affermato il Capo dello Stato riferendosi alle polemiche -. La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. È un elemento che non si può cancellare. Mentre la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura", ha concluso. Parole importanti, cariche di significato, una lezione a chi cerca una polemica ad ogni costo.

Poi, le parole del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sulla standing-ovation tributata a Mattarella. Fontana ha parlato di un "legame forte" di Mattarella con Milano, legame dimostrato "con la sua presenza continua in questi anni". Dunque il governatore ha ricordato il tributo dell'anno scorso, quando la platea invocò il bis al Quirinale, poi puntualmente arrivato: "Non sorprende che alla Scala ci sia questo tributo. Anzi, è giusto", ha concluso Attilio Fontana.

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