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Ludovico Einaudi, pubblico in delirio e voci da Hollywood: pare che...

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Daniele Priori
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Al Teatro Dal Verme come in un acquario. Ludovico Einaudi conclude con ben quindici date milanesi, da ieri fino al prossimo 18 dicembre, il suo 2022 di successi.
Underwater, sott' acqua, è il titolo dell'album che il maestro torinese ha portato in tournée nei cinque continenti dallo scorso marzo, con l'approdo di fine anno nel capoluogo lombardo che non poteva mancare, in special modo dopo le due stagioni di stop dovuti alla pandemia. Dal 2015, infatti, l'appuntamento multiplo di dicembre con Einaudi a Milano è diventato una tradizione, accolta dal pubblico meneghino sempre con particolare calore. Tra gli spettatori più affezionati in platea nelle ultime edizioni anche il difensore dell'Inter e della nazionale olandese, Stefan De Vrij, quest' anno assente per impegni calcistici al mondiale in Qatar. Un coinvolgimento riservato solo alle popstar quello rivolto al maestro che tuttavia, da perfetto torinese, mantiene un'eleganza, uno stile e una sobrietà nei modi che non si mette a barattare con il successo o la simpatia a tutti i costi.

«I MANESKIN?»
«I Maneskin? Conosco solo qualche loro cover», rispose a qualche cronista che lo sollecitava sul giovane gruppo rock romano di fama internazionale almeno quanto lui, autore di colonne sonore per film premi Oscar come Nomadland e The father. Così anche quest' anno l'annunciato arrivo a Milano del compositore, ha dato il via alla rincorsa di date costantemente in aggiornamenti grazie al filotto di sold out in prevendita già nei mesi precedenti. Ultima replica ad aggiungersi quella in occasione della festività dell'8 dicembre, giorno della immacolata.

Underwater d'altra parte è la metafora della purezza: una fluidità di suoni senza interferenze esterne. Un approccio più fresco e immediato con la musica che vede coinvolti all'unisono tanto l'autore quanto gli spettatori, rapiti nel un flusso di emozioni che deriva dalla conversazione intima dell'artista a tu per tu con il pianoforte. A incorniciare i tocchi leggeri sui tasti bianchi e neri di Einaudi saranno i colori melodiosi degli archi di Federico Mecozzi al violino e Redi Hasa al violoncello con Stefano Arcuri alla parte elettronica e alle percussioni. Quindici date del tour ma in realtà anche di più quest' anno per Einaudi che da sempre riserva a Milano, sua città d'adozione, i progetti più arditi, sperimentali, innovativi, impegnati.

Fu così all'aperto, nel cuore del Parco Sempione, nel maggio del 2014, quando in occasione di PianoCity, sperimentò l'incontro con sonorità e strumenti africani nel progetto Le Piano Africain. È così oggi al Teatro Dal Verme che per il maestro, oltre ad essere un sicuro rifugio tardoautunnale, rappresenta anche una sorta di laboratorio dove continuare a sperimentare, pure con forme e espressioni diverse.

SPAZIO IMMERSIVO È il caso del Climate Space, lo spazio immersivo ideato da Einaudi e dedicato ai temi dell'ambiente e del cambiamento climatico che camminerà di pari passo con i quindici concerti nella sala piccola del teatro milanese con una rassegna di cortometraggi. Tre sono le proiezioni quotidiane: la prima delle ore 10.30 riservata alle scuole. Quella delle 18 che prevede l'incontro con attivisti, scienziati e giornalisti mentre quella delle 22.30 sarà accompagnata da una speciale sonorizzazione live. Tutto ciò gratuitamente e senza la necessità di avere il biglietto del concerto. Così come gratuita, il 21 dicembre, a salutare l'inizio dell'inverno e i primi 150 anni del Teatro Dal Verme, sarà l'anteprima assoluta in forma concerto dell'opera Winter Journey, firmata da Einaudi con libretto dell'irlandese Colm Tóibín. È il racconto in musica del viaggio d'inverno di un migrante che lascia il suo paese e la sua famiglia per cercare nell'Europa una terra migliore e più accogliente dove invece trova solo un senso di freddo. Un altro inverno. L'opera sarà eseguita dall'Orchestra I Pomeriggi Musicali e dal Torino Vocalensemble diretti da Carlo Tenan. 

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