Giorgia Meloni, incontro segreto a Palazzo Chigi: Rai, cambia tutto?
Ci sarebbe stato un incontro segretissimo tra Giorgia Meloni e Carlo Fuortes a Palazzo Chigi. I due, secondo quanto riporta un retroscena de Il Foglio avrebbero avuto un colloquio durato un'ora circa sulla Rai. In questo momento l'ad che era stato nominato da Mario Draghi è in un momento difficile per ascolti, conti e piano industriale. Soprattutto non esprime l'attuale maggioranza di governo. Anche nel Cda non ci sono esponenti in quota Fratelli d'Italia. E in vista della scadenza del suo contratto nel 2024 la premier gli avrebbe offerto due possibilità: un nuovo direttore generale, Giampaolo Rossi, oppure si andrà allo scontro.
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Peraltro la maggioranza sta pensando di presentare un emendamento alla manovra che modifichi il tetto dei due mandati per i consiglieri d'amministrazione Rai. "Un altro veicolo potrebbe essere il decreto Mille proroghe atteso sempre a fine anno. È l'unico modo per sbloccare Rossi", si legge sul Foglio.
E il lodo Rossi dovrebbe ottenere anche il via libera da Sergio Mattarella. Dentro FdI c'è agitazione per il pluralismo "calpestato: è cambiato il panorama politico, ma nella dirigenza e nella linea di comando dei tg ci sono ancora gli uomini e le donne indicate da Draghi, dal Pd e da parte del M5s. Poi da Lega e Forza Italia. Insomma, tutti eccetto noi che guidiamo il governo. Questo è intollerabile".
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Meloni e Fuortes avrebbero trovato un accorso solo sul Tg2. Al posto di Gennaro Sangiuliano dovrebbe andare a Nicola Rao. Ma è troppo poco perché la Rai deve tenere conto che la musica nel Paese è cambiata. E la premier intende "pensare alla Rai personalmente. Anzi, nei prossimi giorni vorrebbe creare una cabina di regia con Adolfo Urso (il ministero dell'Impresa e del Made in Italy dovrà occuparsi del nuovo contratto di servizio) e Giancarlo Giorgetti, titolare dell'Economia, e dunque azionista di Viale Mazzini, e l'immancabile Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario con delega al programma".
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Da parte sua Fuortes non ha intenzione di dimettersi. E da quanto risulta al Foglio, "avrebbe anche storto la bocca davanti alla possibilità di essere affiancato da un direttore generale come Rossi. Di fatto una sorta di commissariamento. La nomina, su sua proposta, dovrebbe passare dal cda. Ecco perché il faccia a faccia dell'altro giorno è andato così così".