Francesco Guccini, "piume di struzzo nel...": scatenato, chi demolisce
Francesco Guccini è appena uscito a dieci anni di distanza dal precedente con un nuovo disco Canzoni da intorto, "un disco di cover. Dentro ci ho messo i brani che cantavo da ragazzo", racconta in una intervista a Il fatto quotidiano e svela alcuni aneddoti del suo passato, con gli artisti con cui ha lavorato. Per esempio Enzo Jannacci, "era bravo, ma quando mi telefonava era un incubo: bofonchiava e non capivo nulla. Gli ripetevo 'Cosa hai detto, Enzo?', ma lui andava avanti e io a quel punto facevo finta di capire: 'Va bene Enzo, certo, Enzo'".
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Roberto Benigni non lo sente più ma "eravamo molto amici all'inizio della sua carriera", continua Guccini. "Adoravo il suo primo monologo, Cioni Mario di Gaspare fu Giulia. A fine anni Settanta andammo a trovarlo a Vergaio (Prato, ndr) con gli amici del Premio Tenco e ce lo rifece di getto: non sbagliò una virgola. Spesso c'era anche Paolo Conte. Poi li ho persi di vista".
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Zucchero lo adora "e io adoro lui", sottolinea Guccini, "solo che a volte esagera. L'altro giorno è passato e, abbracciandomi, mi ha stretto così tanto che mi ha fatto venire i lividi. Zucchero è fumantino e, come tutti quelli che hanno venduto un milione di copie a botta, ha il terrore di perdere il successo. Io, che mi sono fermato a 300 mila copie, mi sono salvato. Però una cosa ce l’abbiamo in comune", "il fastidio per chi, come dice Zucchero, 'lecca la tazza del cesso per avere successo'. Io, forse con più stile, preferisco dire: 'Non mi sono mai infilato una piuma di struzzo nel c*** per cantare'. Questi artisti finti, questi trapper, gente che si fa chiamare Ernia… ma che roba è?".