Walter Veltroni, arriva il nuovo film: chi lo vedrà
Quando. E chi lo sa. Posto che sia una domanda. Perché forse è un'affermazione, sicura come l'arrivo dell'autunno e del libro di Bruno Vespa. Fatto sta che prossimamente sul grande schermo tornerà protagonista (almeno così sperano i produttori) la versione cinefila di Walter Veltroni col suo nuovo lungometraggio dal titolo Quando che, riporta l'Ansa, è ancora provvisorio. Se il titolo è ancora incerto le riprese, invece, sono finite. Quando? Il 5 agosto scorso.
Nel film, che vede protagonisti Neri Marcoré e Valeria Solarino, si balza quarant' anni indietro, al 1984, anno della morte di Enrico Berlinguer. C'è piazza San Giovanni, a Roma, luogo simbolo della sinistra che fu, listata a lutto per le esequie del segretario più amato del Pci. Girato a Roma e nel Lazio, con la sceneggiatura di Doriana Leondeff, Simone Lenzi e dello stesso Veltroni, è una produzione Lumière & Co., prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi e sarà distribuito da Vision Distribution.
Giovanni (Neri Marcoré) proprio ai funerali del leader comunista, finisce in coma per colpa dell'asta di una bandiera cadutagli in testa riducendolo in coma.
Il peso della militanza. Una sospensione che durerà trentuno anni. Al risveglio Giovanni troverà ad accoglierlo un mondo completamente nuovo, cambiato, quasi irriconoscibile. Ad introdurlo alla nuova vita ci sarà Giulia, una giovane e tormentata suora (speriamo almeno cattocomunista) che si è presa cura di lui negli ultimi anni della sua degenza, e Leo, un ragazzo problematico, affetto da mutismo selettivo. Della serie: meglio tacere.
QUANTE SOMIGLIANZE Già, perché c'è pure chi è pronto, sin d'ora, a fare le pulci alla sceneggiatura che, a tratti, sembrerebbe somigliare a quella di un capolavoro di quasi vent' anni fa, il film tedesco Goodbye, Lenin! Ma Veltroni, si sa, ama rimestare la nostalgia e condire di citazioni colte. Guai, però, a dargli del nostalgico de sinistra, non foss' altro perché proprio lui, prima con le figurine Panini allegate a L'Unità, di cui fu direttore, poi con spirito autenticamente kennedyano è stato l'uomo, il segretario, che ha sfanculato non solo il Pci ma pure il Pds e fondato il Pd. Ma questa è un'altra storia. Anzi sono tante altre storie, come le vite di Walter che, nei suoi quasi settant' anni, cento ne ha fatte, mille ne ha pensate e chissà quante ne farà ancora. Per cui, oggi, qui, non è del Veltroni ormai ex politico che si vuole parlare ma di un'altra delle sue sette vite: quella del cineasta con dubbi risultati almeno in termini di pubblico.
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BOTTEGHINO Dato incontrovertibile confermato dal botteghino mai così deserto. L'ultimo strombazzatissimo film di fantasia, con un cast eccellente, dal titolo anche affine a quello attuale, C'è tempo, collezionò una media di incasso di circa 80 euro a sala e una media spettatori bassa pure nelle arene all'aperto, come quella di Tavernerio, in provincia di Como dove, nel 2015, un altro esperimento cinefilo veltroniano, raccolse dodici spettatori tra i quali sindaco, assessori e pochi familiari. Il titolo della pellicola era in quel caso I bambini sanno, evidentemente gli spettatori no o almeno non erano così attratti, interessati da cotanta cultura demokennedyana. Ha fatto eccezione il docufilm più recente su Fabrizio De André e la Pfm: il concerto ritrovato. Ma del resto con Faber e Di Cioccio si canta, si balla e si va decisamente oltre il cliché e la melassa buonista, tanto da far scomparire (o apprezzare di più) persino la regia e la sceneggiatura veltroniana. Giocò forse l'effetto sorpresa, nel 2014, anche il primo dei tentativi di Veltroni dietro la macchina da presa. In quell'occasione il titolo fu Quando c'era Berlinguer. Tutto vagamente assonante col film appena finito di girare. O sbagliamo? Vorrà dire che di citazione in citazione, di nostalgia in nostalgia, tanto per non sembrare troppo autoreferenziali o addirittura celebrativi, il titolo vero del nuovo film potrebbe così diventare Goodbye, Enrico. Perché no? Restiamo in attesa di scoprirlo e di sapere quando Quando (o chi per lui) uscirà.