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Lady Gaga, "stupidi russi venite ad arrestarmi": Putin umiliato davanti al mondo interno

Gabriele Galluccio
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Il 2012 è stato un anno caldissimo per la Russia in materia di diritti civili. Prima che arrivassero star internazionali del calibro di Madonna e Lady Gaga (non a caso rigorosamente americane), sono state le Pussy Riot a cominciare la battaglia contro il Cremlino sulle leggi omofobe presenti nel Paese. Il collettivo punk rock russo, caratterizzato dall’impegno femminista e dall’azione politica sotto anonimato, guadagnò la ribalta internazionale nel marzo 2012. Durante una celebrazione religiosa in una cattedrale di Mosca, tre donne del gruppo furono arrestate per aver messo in scena un’esibizione non autorizzata contro Vladimir Putin e in difesa dei diritti degli omosessuali.

 

 

Sulla scia delle Pussy Riot sono poi arrivate Madonna e Lady Gaga. Prima è stato il turno della regina del pop, che l’8 agosto 2012 tenne un concerto a San Pietroburgo e contestualmente un monologo che irritò non poco il Cremlino. “Le persone stanno diventando sempre più intolleranti, ma possiamo fare la differenza - le parole di Madonna - non dobbiamo farlo qui con la violenza, ma con l’amore. Sono qui per dire che la comunità gay e le persone gay, qui e in tutto il mondo, hanno gli stessi diritti di essere trattati con dignità, rispetto, tolleranza, compassione, amore. Siete con me?”. La folla adorante ovviamente sì, il governo russo non proprio… E infatti Madonna si è poi ritrovata implicata in un processo a cui non ha mai preso parte: non solo, perché la cantante non ha mai pagato neanche la multa da un milione di dollari che le fu fatta recapitare negli Stati Uniti.

 

 

Qualche mese più tardi, il 10 dicembre 2012, fu Lady Gaga a contestare apertamente le politiche contro gli omosessuali adottate in Russia. Lo fece dal palco di Mosca, nonostante le minacce di interrompere il concerto per arrestarla e rinchiuderla in carcere. “Arrestatemi! Io sono Lady Gaga, ho 26 anni e credo che uomini e donne debbano potersi amare equamente. Arrestatemi, non me ne frega niente”, l’ultimo passaggio del monologo dell’artista americana. A distanza di dieci anni, Lady Gaga ha ricordato quell’episodio e ha rincarato la dose. Lo ha fatto stavolta dal palco di Las Vegas, dove tra l’altro ha ribadito il suo totale sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa.

 

 

“Mi avrebbero dovuto arrestare in Russia quando ne hanno avuto la possibilità - ha dichiarato - ho detto loro di ammanettarmi, mi sono presentata lì con le truppe. Sono stati stupidi quel giorno, e sono ancora stupidi oggi”. Tra l’altro si è poi scoperto che Lady Gaga era stata minacciata dalle autorità russe prima dell’inizio del concerto, temendo quello che è poi accaduto, ovvero che la cantante avrebbe espresso sostegno alla comunità omosessuale. Al suo staff venne infatti intimato di lasciar perdere qualsiasi tipo di protesta, altrimenti l’avrebbero arrestata e multata di 50mila dollari: si può dire quindi che Lady Gaga ha sfregiato i russi due volte, facendo il suo monologo e evitando comunque le manette…

 

 

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