Virginia Raffaele, il dramma privato: "Defecavo in un Vietnam di tappi di bottiglia"
Virginia Raffaele torna nei teatri con Samusà, il suo nuovo spettacolo e in una intervista a Radio Deejay oltre a promuovere il tour parla della sua infanzia vissuta in un luna park. "Stavo lì le ore a defecare in un Vietnam di tappi di gomma. Quando dovevo fare i bisognino", racconta l'attrice, "mia madre apriva un paravento, metteva lì il vasino e io stavo lì le ore. Provateci voi a farla con 30 persone che sparano, il mio incubo era che cadesse il paravento. Dietro le spalle avevo un frigo con bitter e succhi di frutti da dare in premio. Mentre stavo lì, mia madre mi chiedeva: 'Passami un bitter, passami un succo' e non riuscivo ad andare in bagno".
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Un racconto che ha ispirato una battuta a Nicola Savino, conduttore di Radio Deejay: "Quindi cacca e succhi di frutta, un saluto ai Nas". "Ma i succhi di frutta erano chiusi e poi avevo tre anni, era cacca santa", ribatte la Raffaele. "Il regalo della vita è stato quello, il luna park l’ho anche odiato, dovevi stare al chiodo sempre, anche quando venivano i miei amici, dovevo stare lì al bancone...".
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Quindi continua la Raffaele: "Facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti".