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Ilona Staller prima di diventare Cicciolina. I suoi primi amanti: "Aveva 25 anni più di me. E il prete..."

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I bollori e i dolori giovanili di Ilona Staller, prima di diventare Cicciolina. L'iconica diva ungherese (naturalizzata italiana) del cinema per adulti, intervistata da 7 del Corriere della Sera, ripercorre i difficili anni che hanno preceduto fama e scandali. 

 

Si parte con il primo marito, Salvatore: "Era di origine calabrese, impiegato in una agenzia di viaggi. Lo conobbi a Budapest al Continental, dove lavoravo come cameriera. Avevo vent'anni, lui venticinque più di me. Prima delle nozze cambiai idea e gettai l'anello sulla neve, ma il mio patrigno mi costrinse a sposarlo lo stesso, altrimenti sarebbe stata una vergogna. Il prete disse: 'Questa è la sposa più triste che abbia mai incontrato'. Andai a vivere con lui a Milano, vicino alla Stazione Centrale, in un abbaino dove non c'era nemmeno il posto per fare la doccia. Mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne. Allora cominciai a lavorare come modella: con il mio book sottobraccio e una cartina in mano andavo a fare i provini. Dopo un anno gli dissi che volevo divorziare. Lui disse bene, purché paghi tu l'avvocato. Per fortuna non ero ancora famosa, sennò avrei dovuto mantenerlo".

 

Quindi è toccato ad Andrea, "un playboy con la Jaguar bordeaux che avevo conosciuto a Roma quando mi ero trasferita. Volevo un figlio da lui, ma invece mi tradì con la mia migliore amica. Per colpa sua con Umberto Orsini, che peraltro faceva pure bene il sesso, ebbi solo un flirt, perché ero ancora innamorata".

Infine, il grande amore della sua vita, il famoso manager dell'hard Riccardo Schicchi, che lanciò anche Moana Pozzi: "Siamo stati insieme dal '74 all'88, ma non voleva che lo dicessi per non deludere i fan. Mi lasciò sei messaggi alla segreteria telefonica, dandomi il suo numero, ma io non lo richiamai. Poi una sera, mentre portavo a spasso il mio Yorkshire Terrier Bubu, me lo trovai sotto casa. Passeggiammo. Mi portò dal direttore di Playmen, Luciano Oppo, con il quale in seguito ho fatto otto copertine. Da lì è cominciato ad arrivare tanto lavoro, comprai un attico sulla Cassia, quello dove vivo ancora adesso, e lui il superattico, che ho ricomprato io".

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