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Sanremo 2022, "ecco chi vince il Festival": indiscrezioni esplosive, l'impensabile nome su cui puntare

Fabrizio Biasin
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C'è solo una cosa più importante dell'elezione del Presidente della Repubblica, quella che inizia stasera. Oddio, la verità è che a molti di Sanremo non frega una beata mazza e li comprendiamo, ma poi anche questi ultimi sono destinati a soffrire perché - piaccia o non piaccia - qualcosa all'orecchio ti arriva: una canzone, un pettegolezzo, una polemica, e ti ritrovi anche tu nel deliro festivaliero. E comunque cento volte meglio l'Amadeus-ter (già, siamo al terzo di fila, al suo fianco anche questa volta il fido Fiorello) dei parlamentari che lo hanno votato per poi bullarsi alla buvette. Dicevamo, inizia il festivàl numero 72, la baracconata (detto in senso buono) che per una settimana fa scordare tutto, persino la pandemia e soprattutto ora che in città è tornata la gente, fanatici in quantità assatanati di autografi e agghiaccianti selfie con la statua di Mike Bongiorno. L'anno scorso la Zona Rossa faceva spavento e l'Ariston deserto, pure; quest' anno là dentro ci sarà il pienone di mascherinati con tanto di green pass rinforzato e litrate di disinfettante.

 

 

VENTICINQUE PROPOSTE
Ma veniamo a noi, anzi, alla gara. Son 25 le ugole in concorso, più dei candidati alle presidenziali di cui sopra, ma qui non vedremo un Maneskin-bis, perché i vincitori dell'anno scorso col piffero si son ripresentati e faranno un salto sul palco solo in qualità di super-mega ospiti (ci sta, Amadeus gli ha dato una gran bella spinta e meritava di essere ricambiato). Andiamo con i favoriti: qui tutti puntano sull'accoppiata assai cool Mahmood-Blanco e la loro "Brividi". La canzone gronda buoni sentimenti, modernità, belle note e, insomma, ha tutto per arrivare lontano, forse persino all'Eurovision di Torino (sì, quest' anno ospitiamo noi la kermesse continentale, sempre per quella storia dei Maneskin che hanno spopolato). Mahmood, favorito ma mica scemo, dice così: «Chi viene celebrato prima non vince mai, ditemi un papabile che poi abbia effettivamente vinto! Quando ho vinto io non mi conosceva nessuno!».

 

 

E non ha mica tutti i torti. Ecco perché - dopo il primo ascolto e la visione sul palco delle prove di ieri - il qui presente butta sul piatto altri due o tre papabili. Il primo, Dargen D'Amico. E voi direte: «Chi è costui?». Chiedete ai vostri figli, trattasi di rapper forse un po' tamarro ma con le idee chiarissime. La sua canzone dal vago sapore Anni 90 con tanto brio e zero rime "cuore/amore", è un tormentone che ti entra nella capoccia e può davvero fare strada. Con loro, La Rappresentante di Lista, il duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, già protagonisti un anno fa. Ecco, se il loro brano vi era piaciuto, quest' anno sarete ancor più impressionati (che voce la Lucchesi...).

 

 

DA ACHILLE LAURO A ELISA
Poi, certo, ognuno ha i suoi gusti: c'è Emma che dal vivo fa sempre la sua porca figura, Elisa che fa Elisa e non le si può fare complimento più grande, Rkomi che- dovete sempre chiedere ai vostri figli - sa il fatto suo, Sangiovanni per la gioia delle ragazzine, Achille Lauro per quella di un po' tutti. Il ragazzo di "Rolls Royce" e "Me ne frego" si presenta con un pezzo che somiglia tanto ai precedenti e quindi ti verrebbe da dire «ancora?», eppure vedrete che alla fine anche questo riuscirà a fare breccia, anche solo grazie al paraculissimo coro gospel d'accompagnamento. E, niente, non resta che aspettare e fare il tifo anche per la grande Iva Zanicchi, per molti destinata al fondo della classifica e vedremo se sarà così. In ogni caso, la signora della musica italiana che ha da poco dichiarato di fare ancora zum-zum alla veneranda età di 82 anni, saprà fottersene come è giusto che sia. Buon Sanremo a tutti, o buon supplizio che dir si voglia.

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