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Alfonso Signorini e l'aborto? Simone Di Matteo lo difende: "L'Italia tutela la libertà di espressione"

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Ledichiarazioni sull’aborto di Alfonso Signorini, il quale si dice contrario a tale pratica, avvenute nel corso della puntata del Grande Fratello Vip 6 andata in onda lunedì 15 novembre su Canale 5, hanno generato numerose polemiche. Da esponenti della politica ad alcuni dei giornalisti più noti, passando per il mondo della musica e della televisione, in tanti si sono scagliati contro il conduttore per le parole utilizzate in diretta tv. Nessuno sembra essersi schierato dalla sua parte, nessuno tranne l’Irriverente scrittore e giornalista Simone Di Matteo, che si è espresso in difesa di Signorini in nome della libertà di pensiero e di espressione. 
"Siamo contrari all'aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani non ci interessa", sono queste le parole che hanno destato il malcontento di molti. In particolare, ad aver avuto maggior risonanza è stata la critica di Selvaggia Lucarelli, la quale, al pari di altri, ha contestato il plurale maiestatis utilizzato dal presentatore del GF, dissociandosi in quanto donna dalle sue affermazioni. Persino la Endemol Shine Italy, società di produzione del reality, ha preso le distanze dalla frase pronunciata da Signorini. Tuttavia, c’è chi ha deciso di esporsi in suo favore come il giovane Simone Di Matteo, il quale non solo ha preso le parti del direttore di Chi, ma ha anche risposto ai suoi detrattori ed accusatori. All’interno della sua settimanale rubrica di satira sulla testata M Social Magazine, infatti, l’autore ci ha tenuto a rammentare che “l’Italia è uno Stato laico, che tutela la “libertà di opinione ed espressione”” e che tale prerogativa è “sancita e garantita dalle Costituzioni di tutti quei Paesi che si definiscono “democratici””. “Di sicuro Signorini parlava per sé – ha poi proseguito - e non lo si può incolpare per aver detto la sua su una tematica sociale alquanto scottante. E meno male che lo ha fatto, perché sono del parere che alle volte bisogna avere il coraggio di rimanere fedeli a se stessi, soprattutto in tv, persino a costo di risultare “impopolari”. È facile sentenziare davanti alla tastiera di un computer e allacciarsi al filone del momento, ma tutt’altra storia è il riuscire a sostenere le proprie convinzioni quando queste si discostano dal pensiero imperante della massa. Quindi, cari Lucarelli&Co, fatemi un favore: parlate per voi e per il vostro corpo, visto che nemmeno voi rappresentate il nostro Paese o le donne in generale!”. Insomma, una vera e propria stoccata seguita, a sua volta, da una netta presa di posizione dello stesso Di Matteo in merito alla questione: “Io in primis, pur non giudicando chi vi si presta, non sono favorevole all’aborto, e sinceramente, lo trovo molto più aberrante di qualunque posizione antitetica a tale pratica. Dunque, ora, dovrei essere messo alla gogna o lapidato?! Suvvia, ci sono situazioni e situazioni [in riferimento alle circostanze in cui ricorrere all’aborto], e ciascuna di esse andrebbe contestualizzata e non strumentalizzata per partito preso”.
Del medesimo avviso è parso essere l’accusato Signorini, che tramite il suo account Twitter ha voluto rispondere alle critiche, comunicando che “tra i diritti civili per i quali mi batto da sempre ci sono il rispetto e la difesa della libertà di pensiero. Un principio che difendiamo, anzi difendo, con assoluta fermezza. Indipendentemente dai miei gruppi di lavoro”. 
 

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