Cerca
Cerca
+

Asia Argento, un "Venerdì" in giro per Roma: "Sempre la solita storia, la donna è una tr***a"

  • a
  • a
  • a

Il solito Venerdì di Asia Argento, o come canta lei "Sempre la solita storia, che la donna è 'na tr***a". Il nuovo singolo dell'attrice e regista, che da tempo si sta dedicando alla musica, è un racconto di alienazione in romanesco, con videoclip d'effetto girato proprio nella Capitale.

 

 

 

 

Il pezzo, tratto dall'album Music from My Bed (Ammonia Records, in uscita a novembre), gira su poche idee, ma chiare: gli amici (o pseudo-tali) vorrebbero coinvolgerla in una serata di scorribande tristi, alcoliche, prevedibili. Lei si chiude in casa, assaggiando il sapore dolceamaro della solitudine. Asia lo definisce un brano "melancomico". Come spiega il sito Billboard, le musiche sono del portoghese Holly e di Luca D’Aversa, mentre il testo-cantilena "è stato scritto da una mia amica, una bravissima scenografa e pittrice, Eugenia Di Napoli". 

 

Guarda il video di "Venerdì" di Asia Argento su Youtube

 

 

 

 


Intervistata in esclusiva da Billboard Italia, la figlia di Dario Argento spiega da cosa sono nate canzone, video e album: "A me sembrano parole scritte per una canzone di Calcutta! Tutto questo album è nato con collaborazioni di persone che stimo. Per esempio i testi in inglese li ho scritti assieme a un mio caro amico, William Todd Schultz, che insegna psicologia in una università di Portland. Vera Gemma mi veniva a trovare in camera con delle idee, DJ Gruff e poi c’è mia figlia Anna Lou che canta nella canzone Reduci…".

 

 

 



Il video invece "l’abbiamo girato tutto in una notte nelle strade del centro di Roma, con la videocamera nascosta in uno zaino, sfidando la mia agorafobia e b, mischiandomi fra la folla dei giovani festaioli del venerdì notte per raccontare l’alienazione di cui parla il testo. Ho scelto di usare un bianco e nero contemporaneo, perché la canzone è attuale, e non nostalgica. Devo dire che girarlo mi è stato utile. Sapendo che c’era 'l’occhio amico' della macchina di Luigi Urbani, mi sentivo protetta, invincibile, non avevo paura di niente. Chissà se da ora in poi riuscirò a stare in mezzo alla folla senza provare panico". I ragazzi romani di sicuro non l'hanno lasciata sola, tra baci (anche saffici), selfie e qualche carineria d'altri tempi, come una camicia lasciatale sulle spalle per proteggerla dal freddo.

 

 

 

 

 

Dai blog