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Carlo Verdone sindaco di Roma: "Me l'hanno chiesto, sondaggi al 70%. Perché ho detto no". Il sospetto sulla proposta indecente

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La discesa in politica di Carlo Verdone? Molto, molto di più di una sceneggiatura. Il regista e simbolo della romanità poteva diventare sindaco della Capitale. "Mi hanno proposto davvero qualche anno fa di fare il sindaco di Roma", ha rivelato nel giorno della presentazione del suo film Vita da Carlo alla Festa del cinema di Roma. Nessun dettaglio su quale partito gli avesse presentato la proposta indecente, anche se il sospetto cade inevitabilmente sul centrosinistra, non avendo mai negato, l'attore e regista di Un sacco di bello e Bianco Rosso e Verdone, certe sue simpatie politiche.

 

 

 

 

 

 

Chissà, il Pd magari potrebbe aver pensato a lui per il dopo-Marino, quando nel pieno della bagarre di Mafia Capitale tutti cercavano disperatamente un rappresentante della "società civile" per dare un segno di discontinuità con un passato recente più che imbarazzante. Alla fine la spuntò il Movimento 5 Stelle, con Virginia Raggi vincitrice proprio sulla scia dell'anti-politica. 

 

 

 



E dire che Verdone avrebbe avuto ottimi argomenti a suo sostegno. "I sondaggi mi davano al 70%, ma ci ho messo mezz'ora per dire di no: si può fare un solo lavoro e non toglietemi il cinema", ha proseguito Verdone, che poi ha mandato un messaggio al neo-sindaco, Roberto Gualtieri del Pd: "Non lo conosco ma ce la farà se si farà una squadra forte, rapida capace e soprattutto onesta, che sia capace di abbattere le barriere burocratiche che soffocano Roma. La città deve ripartire da manutenzione, trasporti, periferie oggi in stato disastroso. Se Gualtieri ha squadra ce la può fare".

 

 

 

 

 

E chissà che, dopo il rifiuto di Verdone, non tocchi a Francesco Totti. Uno che davvero potrebbe accomunare tutti i romani, di destra e di sinistra. Esclusi i laziali, ovviamente.

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