Maneskin e "Mammamia", Damiano David e la gaffe a microfono aperto: "Si chiama...". Imbarazzo in mondovisione
Sono giovani ma già scaltri e scafati, i Maneskin. D'altronde non si conquista il mondo della musica, partendo dall'Italia, senza una buona dose di sfrontatezza e furbizia. Dopo i fasti di Sanremo e dell'Eurovision con Zitti e buoni, la rockband romana guidata da Damiano David e Victoria De Angelis ha continuato la scalata alle classifiche globali (miracoli di Spotify) senza praticamente sbagliare un colpo. Dopo il successo da record di Beggin' e I wanna be your slave (roba da 39,8 milioni di ascoltatori mensili, in grado di mettere in ombra colossi come Queen, Beatles e Nirvana), ora tocca all'ultimo singolo Mammamia.
La scelta è parecchio scaltra: musicalmente, nulla di nuovo sotto il sole (basso gommoso e saltellante, voce sporca, riff di chitarra che ricorda molto da vicino quelli ormai "classici" dei Maneskin), ma il testo sembra fatto apposta per celebrare l'orgoglio italiano della band, sbattuto in faccia anche ai francesi "rosiconi" dopo la vittoria a sorpresa all'Eurovision ("Giuro che non sono ubriaco e che non mi drogo. Mi chiedono come faccio ad essere così sexy. Rispondo: sono italiano", canta sardonico Damiano). Il battage è stato in grande stile, con tanto di foto promozionale su Instagram con l'intera band al completo, Thomas Raggi ed Ethan Torchio compresi, del tutto nuda, intesa senza vestiti. Un altro scandaletto glam, insomma.
Durante la conferenza stampa in mondovisione organizzata a Berlino, a testimonianza di come ormai il gruppo venuto alla ribalta a X Factor consideri l'Italia solo un punto di partenza geografico, i 4 romani assicurano: "Restiamo con i piedi per terra e la testa sulle spalle. Conta la mentalità. Se sei un idiota, lo resti anche quando diventi famoso. Se invece sei un tipo a posto, non sarà certo il successo a cambiarti". Quindi una gaffe rivelatrice. Damiano saluta i giornalisti italiani: "Ci mancate". Ma a microfono ancora aperto, il cantante si gira verso i compagni e a bassa voce spiega: "Si chiama marketing, questo". E anche qui il dubbio è lecito: ci sono o ci fanno? L'eterna "truffa" del rock'n'roll.