Maneskin, Virginia Raggi seppellita dall'Eurovision. Bechis: "Così è sprofondata nel ridicolo"
Seppellita dalle "canzonette". L'involontario effetto Maneskin smaschera Virginia Raggi e la giunta del Movimento 5 Stelle, incapace perfino di far finire Roma tra le 5 città italiane candidate ad ospitare l'Eurovision 2022. Dopo il successo di Rotterdam della band romana, diventato poi fenomeno mondiale (caso rarissimo per la musica italiana, quasi unico per il rock di casa nostra) in tanti avevano previsto che la prossima edizione dell'ex Eurofestival si sarebbe disputata proprio a casa di Damiano David, Victoria De Angelis e soci. Roma ci ha provato, ma ha fallito.
L'Eurovision andrà in scena in una delle cinque città selezionate dalla commissione congiunta Rai-Ebu (European Broadcasting Union): "Milano, Torino, Bologna e perfino Rimini e Pesaro. Uno smacco clamoroso per la capitale e per il suo sindaco che con la consueta immotivata sicumera si era già messa in tasca il grande evento all'indomani della vittoria dei Maneskin", è il commento amareggiato di Franco Bechis, direttore del Tempo.
L'esclusione, spiega Bechis, è arrivata "per la mancanza di una infrastruttura adeguata o adeguabile alla bisogna come quella chiesta dal bando di selezione" e "averne presentata una - la Fiera - che si sapeva fin dall'inizio non corrispondere alle caratteristiche richieste lascia anche l'impressione di un certo pressapochismo, che è stato lo stile di questa amministrazione capitolina in tutti e cinque gli anni vissuti".
Certo, non è l'Olimpiade e in ballo non ci sono miliardi di euro, riconosce il direttore, "ma qualche milioncino di guadagno che avrebbe fatto comodo a Roma dopo anni di ristrettezze e guai economici". E poi molto spot televisivi gratuiti, vista la diretta in mondovisione. "Forse è il solo aspetto che attenua l'amarezza: nelle condizioni attuali le immagini della città non sarebbero una gran leva pubblicitaria per attrarre turisti", nota ironicamente Bechis.
"Ora la propaganda si è infranta davanti alle canzonette, ed è davvero sipario che cala in modo umiliante anche per la sindaca. Ma si può essere certi che nemmeno la disavventura in extremis servirà di lezione, gridando invece al complotto della potentissima lobby rimino-pesarese". Come "sprofondare nel ridicolo".