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Libero De Rienzo e l'eroina, Fulvio Abbate svela la vergogna delle "anime belle della sinistra"

 Libero De Rienzo

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L'attore napoletano Libero De Rienzo è morto a 44 anni nella sua casa di Roma, colpito probabilmente da un malore. Ma a sconvolgere tutti è stato il ritrovamento - all'interno dell'appartamento - di una bustina con della polvere che  potrebbe essere eroina, stando a quanto si è appreso. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per morte in conseguenza di altro reato disponendo l’autopsia. Nel frattempo, però, c'è stata polemica sul modo in cui i giornali hanno raccontato la dolorosa vicenda. C'è chi ha accusato i giornalisti di aver riportato dettagli inutili e irrispettosi nei confronti della famiglia dell'attore.

 

 

 

Sull'argomento si è espresso anche lo scrittore Fulvio Abbate che in un post su Facebook ha dichiarato: "Ma le anime belle di sinistra che scrivono romanzi edificanti dedicati ad amici morti giovani drammaticamente, e per questo puntualmente premiati, gli stessi che si sono risentiti per l’accenno a una possibile presenza di “polvere bianca” (fra l'altro, citata nel loro giornale di riferimento culturale, la Repubblica) nella tragica fine di Libero De Rienzo, dov’erano quando delle notti di Lapo veniva raccontata ogni possibile crudele e oscena cosa?". Parole con le quali Abbate ha voluto sottolineare una vera e propria incoerenza di fondo da parte di chi lancia giudizi a destra e a sinistra.

 

 

 

Lo scrittore, poi, si è chiesto: "Se almeno una volta hanno avuto un disco o un poster, metti, di Jim Morrison o di Jimi Hendrix o di Amy Winehouse, morti anche loro ingiustamente come sappiamo, da dove gli giunge l’ipocrita idea che si debba tacere sul dolore, la sofferenza, la fragilità altrui?". E ancora: "In quali mondi, quartieri, strade, traverse hanno vissuto, quale piccina e timorosa perbenista idea del mondo hanno condiviso, nell'incapacità di comprendere il genocidio umano che la droga ha consegnato almeno alla mia generazione?". Infine un suggerimento: "A queste persone, a questo punto, vista l'ipocrisia, andrebbero sequestrati dalle loro librerie private anche i versi di Rimbaud. Altrettanto incomprensibile definire 'fascista' chi pone un quesito sull'intera vicenda". 

 

 

 

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