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Raffaella Carrà, la confessione di Renzo Arbore: "Mille rose rosse e la furia di Boncompagni". Quando lei e Silvio Berlusconi...

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Al cordoglio per Raffaella Carrà, scomparsa ieri, lunedì 5 luglio, all'età di 78 anni, si unisce ovviamente anche Renzo Arbore, che con lei ha condiviso lunghi anni di carriera e di successo. Intervistato da Leggo.it, premette: "È un momento tristissimo per chi l’ha amata e per chi ha amato la grande televisione. Abbiamo perso una colonna dello spettacolo, una protagonista della bella tv italiana".

 

Dunque, il ricordo del rapporto tra Raffaella e Gianni Boncompagni: "Io e Gianni lavoravamo in tandem e ci frequentavamo anche come amici. Spesso uscivamo in quattro con le nostre rispettive fidanzate, Raffaella e Mariangela. Siamo andati alla Bussola a sentire il concerto di Aretha Franklin. Ci piacevano molto le gite in campagna". Ma li aveva mai sentiti litigare? "Se l’hanno fatto se lo sono tenuti per loro".

 

Poi, però, Renzo Arbore un aneddoto curioso sul rapporto tra Boncompagni e la Carrà lo snocciola: "Ricordo che una volta Gianni andò su tutte le furie quando Raffaella accettò la corte di Silvio Berlusconi e della sua tv. Il motivo? Perché in casa arrivarono mille rose rosse e lui non sapeva dove metterle. Le piazzò nei corridoi, al bagno, vicino al portone, ovunque. Non ne poteva più di vedere rose ovunque", ricorda Arbore.

Infine, il mitico cantautore, quando gli chiedono se Raffaella non si arrabbiava nemmeno quando la immitavano, risponde in modo netto: "Macché. Era contenta perché si sentiva amata dal pubblico, osannata dai bambini e dal pubblico dei gay. Non aveva nemici né avversari, al massimo avrà esagerato con qualche costume di scena ma non l’ho mai vista arrabbiarsi", conclude Renzo Arbore.

 

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