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Raffaella Carrà morta, la verità sconvolgente sulla malattia: "Perché l'ha voluta tenerla segreta fino alla fine"

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Ha tenuto nascosto la malattia fino all'ultimo, Raffaella Carrà. La regina della tv italiana, protagonista assoluta dagli anni Sessanta a oggi con titoli di show e canzoni entrate nella storia non dello spettacolo ma del costume e della società italiani è morta a 78 anni. Da mesi lottava nel più assoluto riserbo, "una volontà ferrea - scrive l'agenzia Ansa - che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza".

 

 

 

 

 

Una protezione totale della privacy, atteggiamento discreto e sempre sobrio che l'ha contraddistinta dall'inizio della sua carriera (di lei non si ricordano scandali privati, eccessi, frasi o gesti sopra le righe né tantomeno telenovelas sentimentali) ma che tradisce, forse, anche un altro desiderio: quello di "non turbare il luminoso ricordo di lei" con le scene di un umanissimo calvario. Quasi, suggerisce sempre l'Ansa in modo molto azzeccato, un "ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto".

 

 

 

 

 

Anche l'addio, con semplice bara di regno e urna cineraria, rappresenta al meglio quello che è stata Raffaella. Da un lato la straripante, incontenibile Carrà davanti alle telecamere o un microfono, irresistibile, ironica e sensuale, in grado di travolgere steccati anche sessuali e rompere tabù (non a caso, ha saputo conquistare due Paesi di fondo conservatori come Italia e Spagna). Dall'altro la semplice Raffaella Maria Roberta Pelloni, questo il suo nome all'anagrafe, ragazza nata il 18 giugno 1943 a Bologna, cresciuta a Bellaria, a pochi chilometri da Rimini e arrivata fino a Roma col sudore della fronte ma capace di cancellare la parola "diva" dal suo vocabolario professionale. 

 

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