Massimo Giletti, il dramma privato: "Pago il prezzo di una grande solitudine", la confessione lacerante
Torna a sfogarsi, Massimo Giletti. Torna a parlare di quanto subito e vissuto durante la pandemia, quando a Non è l'Arena sollevò il caso della scarcerazione dei boss dalle carceri per il rischio-contagio legato al coronavirus. Un'inchiesta che, spiega, gli ha cambiato la vita: si è dovuto abituare alla scorta, limitare la sua libertà personale, convivere con la paura. Però, spiega in un'intervista a Nuovo Tv, non si è pentito. Ma Giletti lamenta di essere stato lasciato solo in questa battaglia. E di esserne consapevole.
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"Mi relaziono con un gruppo di carabinieri tutti i giorni: basta questo per intuire le difficoltà di vita pratica e di movimento. E poi pago il prezzo di una grande solitudine, anche perché siamo in pochi a scendere in campo", ha affermato il conduttore di Non è l'Arena.
Dunque, nella stessa intervista, Giletti si interroga su quanto la condizione in cui si trova a vivere oggi sia giusta e inevitabile: "Da qui la mia domanda - riflette -: perché chi lotta contro la mafia deve vivere in questo modo?". Uno sfogo amaro, quello del conduttore, che poi ha aggiunto: "Spero di poter staccare la spina. L'ultimo anno e mezzo è stato molto pesante. Vorrei allontanarmi dai pensieri", ha concluso.