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Michele Merlo di Amici e la leucemia fulminante, "nel 95% dei casi si guarisce". Pesantissimo atto d'accusa contro i medici

Francesco Fredella
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Il day after è difficilissimo. La morte ad appena 28 anni di Michele Merlo, ex concorrente di Amici, ha lasciato un vuoto immenso ed un grande sgomento. Colpito da una forma fulminante di leucemia, il cantante ha lottato per alcuni giorno tra la vita e la morte in terapia intensiva. E la sua famiglia non si dà pace perché Michele, dopo i primi sintomi, era andato in ospedale. Suo padre Domenico a Il resto del Carlino affida tutta la propria rabbia e rancore dicendo che "si era recato all’ospedale di Vergato venendo rispedito a casa senza neppure un referto medico”. Infatti, all'ospedale di Bologna Merlo arriva in gravissime condizioni con un'emorragia cerebrale provocata dalla leucemia fulminante. Il ragazzo, nella notte tra giovedì e venerdì, viene operato d’urgenza. Ma domenica sera non ce la fa. Muore giovanissimo. La leucemia fulminante che ha stroncato Michele è una patologia grave ma dalla quale se presa in tempo si guarisce nel 95% dei casi. Michele/Mike Bird purtroppo è rientrato in quel 5% che non ce la fa, ed è da capire quanto abbia pesato la possibile negligenza dei medici del pronto soccorso. 

Adesso restano tanti dubbi. Troppi interrogativi. “Questa storia ha moltissime ombre, su cui vogliamo sia fatta luce”, dice papà Domenico. Intanto, da fonti giornalistiche s'apprende che l’Ausl avrebbe avviato un’indagine interna. Una notizia che sicuramente non cambia nulla: nessuno potrà restituire alla vita un ragazzo pieno di talento come Michele. E la sua famiglia annuncia battaglia. “Sicuramente un’indagine la faremo partire noi: mi sono già rivolto agli avvocati e abbiamo intenzione di sporgere denuncia. Ci sono moltissime ombre e noi vogliamo chiarezza", racconta a Il Resto del Carlino. 

 

 

 

 

Secondo la versione di Domenico Merlo si tratterebbe di malasanità (un'ipotesi, ovviamente, tutta da verificare nelle sedi opportune). “Mercoledì pomeriggio mio figlio è stato all’ospedale di Vergato e, come ci ha poi raccontato, c’era praticamente solo lui, di paziente. Eppure, il medico che lo ha accolto gli avrebbe intimato di ’non intasare gli ospedali per un mal di gola e due placche’. Invece mio figlio oltre a placche, febbre e mal di gola, aveva un terribile mal di testa, sangue al naso ed ematomi sul corpo", racconta Domenico. Michele, dopo la visita al Pronto soccorso, avrebbe raggiunto la sua fidanzata (che vive in una frazione di Marzabotto).

 

 

 

 

 

"Le cose sono peggiorate, fino alla crisi di giovedì sera. E al burrascoso intervento del 118…”, spiega ancora Domenico. Che annuncia il ricorso ai legali. "L’equipe del dottor Carlo Coniglio e tutto il decimo piano del Maggiore sono stati favolosi. Si sono scusati per il trattamento che ci era stato riservato. Abbiamo già avuto due incontri con il direttore del reparto per fare il punto della situazione. Vogliamo capire se questo si poteva evitare. Perciò chiederemo anche che sia disposta l’autopsia sul corpo di Michele. Poi potremo pensare al funerale e a dargli l’ultimo saluto”, conclude il padre di Michele Merlo. 

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