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Marisa Laurito, le strazianti confessioni: povertà, dolore e amore calpestato. Ciò che aveva sempre nascosto

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Marisa Laurito

Melania Rizzoli
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Il titolo "Una vita scapricciata" le si addice, perché Marisa Laurito nella sua vita è stata capace di togliersi tutti, o quasi, i capricci che le venivano in mente, anche i più assurdi ed inimmaginabili per una come lei, e il paradosso è che lei in realtà non è mai stata una donna capricciosa essendo stata la vita stessa ad impedirle di esserlo.

Nata a Napoli da una famiglia in ristrettezze economiche, in una casa del centro storico dove si viveva in due stanze tutti insieme con i nonni, Marisa fin da piccola ha conosciuto cosa vuol dire fare sacrifici, rinunciare a quello che si desidera, affrontare problemi quotidiani e adattarsi a situazioni precarie, e proprio la fame di vita l'ha spinta appena adolescente a fuggire da quella condizione e a scegliere l'esistenza che voleva.

 

 

Senza mai perdere la matrice popolare napoletana, insita nel suo Dna insieme alla sua "erre moscia", sua caratteristica principale, Marisa è diventata artista, attrice di cinema e di teatro, cantante, conduttrice televisiva, autrice, sceneggiatrice, scrittrice, scultrice, pittrice e chi più ne ha più ne metta, partendo letteralmente dal nulla, prima dai borghi popolari di Napoli, poi da un monolocale preso in affitto con due amiche con le quali non riusciva a pagare nemmeno le bollette, per cui molte volte veniva loro staccata la luce e addirittura l'acqua, anche se mi raccontava: «Come tu sai l'acqua è un bene vitale, quindi per legge non te la possono togliere completamente, per cui l'ente ci lasciava un filo d'acqua sottilissimo che usciva quando aprivi al massimo il rubinetto, sotto il quale mettevamo le pentole per raccoglierla... Certo passavano ore per riempirle, ma almeno avevamo l'acqua per lavarci, per bere e per cucinare la pasta, e soprattutto era gratis».

 

 

SERATE GOLIARDICHE - Ho conosciuto Marisa Laurito a Roma nel 1985, viveva in una mansarda di 60 mq vicino Ponte Milvio, che la sera riempiva di amici di ogni genere, quasi tutti meridionali, compresi quelli della banda di Renzo Arbore che di fatto erano diventati la sua vera famiglia. Si rideva con Nino Frassica, si scherzava con Roberto D'Agostino, si filosofeggiava con Luciano De Crescenzo, si cantava con Gegè Telesforo e Giorgio Bracardi di tigre o benedizione di San Gennaro per far scomparire i malanni. Di Marisa adoravo l'ironia, la generosità, la lealtà, la gioia di vivere la vita ogni giorno, l'amicizia sincera e la appassionata ricerca dell'amore, nel quale ha sempre avuto una fede incrollabile, che ha vissuto sempre con passione, gettandosi senza difese in storie che la travolgevano e la coinvolgevano al punto di intraprendere convivenze (quasi sempre a casa sua) pur essendo stata lei una donna sempre molto lontana dal ruolo classico di moglie e di madre. Soltanto uno dei suoi diversi fidanzati l'ha fatta capitolare e arrivare all'altare, tutta vestita di rosso con un bouquet fatto di peperoncini, l'ex calciatore Franco Cordova detto Ciccio, un amore nel quale credeva moltissimo ma che è durato pochissimo, una delle sofferenze più grandi della sua vita sentimentale.

 

 

INDOLE OTTIMISTA - Marisa però ha sempre affrontato i colpi della vita con coraggio e determinazione, mai piangendosi addosso, e quando finiva una storia d'amore il suo motto era: "chiodo schiaccia chiodo" preparandosi e predisponendosi ad una nuova avventura, senza smarrirsi in rimpianti o deprimersi per le occasioni perdute. Non è mancato il dolore nella vita di Marisa (l'ho accompagnata in sala operatoria, le ho organizzato il funerale del padre), ma tra le sue lacrime ho sempre visto la ricerca del lato positivo dagli eventi negativi, un insegnamento che riecheggia spesso tra le righe del suo libro.

Quella di Marisa Laurito è l'autobiografia di una ragazza senza età e senza ipocrisie, che racconta la vita, a tratti anche drammatica, con la leggerezza e l'ironia che la contraddistingue, che l'ha sempre affrontata con il suo sorriso contagioso, ma soprattutto è la storia di un'artista che guarda ancora fiduciosa al futuro, senza dimenticare gli affetti e gli amici perduti, con i quali parla ancora, come fossero presenze ancora vive accanto a lei, a vivere "una vita scapricciata" dietro la quale si cela molto altro: anima, passione e inesauribile amore.

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