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Oscar, trionfo per Chloé Zhao con Nomadland: miglior regia e film. Italia a bocca asciutta

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La 93esima edizione degli Oscar è andata in scena a Los Angeles fra restrizioni e norme anti-Covid. Ma, oltre che per la pandemia, passerà alla storia per il trionfo, con tre statuette, di Nomadland. Su sei nomination, la pellicola conquista l'Oscar per il miglior film, quello per la miglior regia a Chloé Zhao e quello alla miglior attrice protagonista a Frances McDormand. Per Zhao, 39 anni, nata a Pechino, si tratta dei primi riconoscimenti da parte dell'Academy e entra nell'albo d'oro come la seconda donna e la prima di origine asiatica a vincere il premio come miglior regista. La prima era stata nel 2009 Kathryn Bigelow per the Hurt Locker. Per McDormand è invece la terza statuetta dopo Fargo e Tre manifesti a Ebbing, Missouri. 

 

 

"E' stato un viaggio folle che si fa una volta nella vita. Ultimamente ho pensato parecchio a come tirare avanti quando le cose si fanno dure. Crescendo in Cina facevo un gioco con mio papà: imparavo a memoria delle poesie e poi le recitavamo insieme, cercando di finire le frasi l'uno dell'altra. Una frase dice che le persone alla nascita sono intrinsecamente buone. Questo ha avuto molto impatto su di me e continuo a crederci anche adesso. Anche se a volte sembra vero il contrario, ho sempre trovato la bontà nelle persone. Questo premio va a tutti quelli che hanno il coraggio di tenere fede alla bontà che c'è in se stessi e negli altri, indipendentemente da quanto possa essere difficile", ha detto Zhao ritirando il premio che poi ha dedicato "alla resilienza e alla gentilezza" dei nomadi.

 

 

A sorpresa, invece, l'Oscar al miglior attore protagonista che è andato a Anthony Hopkins. Il più quotato era Chadwick Boseman, morto il 28 agosto scorso per un tumore al colon, che avrebbe ricevuto il premio postumo per 'Ma Rainey's Black Bottom'. Hopkins, invece, a distanza di 29 anni ha doppiato il risultato ottenuto con Il silenzio degli innocenti. In un momento, però, di flop per lo show. L'Academy ha infatti deciso di consegnare proprio questa statuetta per ultima, invece del miglior film. Ma di Hopkins non c'era traccia, né in presenza né in collegamento, facendo così concludere nel silenzio la cerimonia.

 

 

E' rimasta a bocca asciutta l'Italia. Niente da fare per Laura Pausini, in lizza per la miglior canzone originale con Io sì del film La vita davanti a sè di Edoardo Ponti, che aveva portato a casa la vittoria ai Golden Globe come migliore canzone originale del 2020. E' stata battuta da H.E.R. Con Fight For You di Judas and the Black Messiah. A casa senza premi anche Pinocchio di Matteo Garrone che correva per i miglior costumi con Massimo Cantini Parrini e per il miglior trucco e acconciature con Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti. In entrambe le categorie ha invece trionfato 'Ma Rainey's Black Bottom'. 

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