Sanremo 2021, ad Arisa "fa festa solo il cane". Le pagellone delle canzoni in gara: l'anteprima
Non c’è spazio. Perché sono tantissimi: 26 brani. I piezz e core di Amadeus per Sanremo 2021 (2-6 marzo). Li abbiamo sentiti per la prima volta. E come ogni “prima volta”, fidatevi, sbaglieremo a valutarli. Ma corriamo il rischio. Eccoli, con mini spiegazione del testo e rispettivo voto*. In rigoroso ordine alfabetico (più o meno).
AIELLO (Ora)
Lui è stato str***zo, lei lo ha mollato, ma poi lui si è pentito e ora cerca scuse: troppo comodo bello.
È la classica canzone “Aiellese” e siamo felici che sia così.
“Quella notte io e te/ Sesso ibuprofene”. E chi sei, Rocco Siffredi? Voto 7
ANNALISA (Dieci)
Forse si sono lasciati, forse no. Di sicuro il loro rapporto non è tutto ’sto Carnevale di Rio.
Annalisa sta nel suo e si butta sul classicone amoroso che sa un po’ di “già sentito”.
“Ho cenato col vino sul letto”. Occhio che rischi la macchia ostinata. Voto 5,5
ARISA (Potevi fare di più)
Loro due sono in crisi bestiale e lei sta amaramente ragionando sul perché dell’amarissimo fallimento amoroso.
Tipo “La Notte”, ma meno bella. La voce invece è sempre imbattibile.
“Torno a casa e fa festa solo il cane”. Ha chiaramente fame. Voto 6-
BUGO (E invece sì)
Cristian, dopo l'esperienza di merda di un anno fa, confida in un mondo migliore. E fa bene. Testo assai particolare e niente rime cuore/amore. Bravissimo.
“Vorrei pensare che Ronaldo non sia perfetto”. Se ti sente Ibra, sei fottuto. Voto 7
COLAPESCE DIMARTINO (Musica Leggerissima)
A Colpesce e Dimartino, dopo l’anno pandemico, interessa un po’ di leggerezza. E anche a noi!
La impari in un secondo, scivola via come una gazzosa, profuma d’estate, è elegantissima. Meraviglia.
“Nel nome di un dio/ che non esce fuori col temporale”. È dio, mica è scemo. Voto 8,5
COMA_COSE (Fiamme negli occhi)
A lei, lui, lo attizza parecchio e glielo dice in tutti i modi.. Calembour, uno dietro l’altro, che si incastrano come pezzi del Tetris. Provateci voi.
“E ondeggio come fa una foglia/ Anzi come la California”. Ci manca solo il terremoto. Voto 7
ERMAL META (Un milione di cose da dirti)
Lui vorrebbe dirle un sacco di cose ma alla fine non le dice una fava.
Molto elegante, molto “tipica”, le fan impazziranno.
“Il tuo viaggio io/ La mia stazione tu”. Sì, ma ce l’hai l’autocertificazione? Voto 6,5
EXTRALISCIO feat. DAVIDE TOFFOLO (Bianca luce nera)
Lui la cerca ovunque: tra le piantagioni velenose e le fonti miracolose.
Non si capisce un cazzo. Per questo è bella. E poi ti fa venire voglia di ballare e mangiar piadine.
“Noi che ci sediamo vicino”. Non si può! Le basi, di grazia! Voto 6,5
FASMA (Parlami)
Fasma è innamorato perso, pensa che lei sia una meraviglia. Evidentemente la conosce da poco.
Autotune sfruttato bene.
“Quindi parlami parlami/ Quindi baciami baciami”. Sì ma stai calmo. Voto 6,5
FRANCESCO RENGA (Quando trovo te)
Dice che si dimentica della sua lei, ma il dato di fatto è che quando la ritrova si attizza come un lupo maremmano.
La parola “Sempre” ripetuta 3929934 volte.
“Come sempre mi dimentico di te”. Fosforil, è la soluzione. Voto: 5
FULMINACCI (Santa Marinella)
Lui è un po' depresso/apatico/scazzato e cerca soluzioni nelle cose semplici tipo citofonare e scappare come un minchione.
A sprazzi pare Lucio Dalla e chiediamo scusa per averlo solo pensato.
“Voglio solamente/ diventare deficiente”. Il segreto della felicità. Voto: 7,5
GAIA (Cuore amaro)
È una specie di preghiera ma non detta dal prete, ma da Gaia che ha una voce più bella di quella del prete. Al Festival della musica italiana, la canzone che più di tutte può piacere pure in Belize.
“Dentro è una notte lontana/ quella di chi non sa tornare a casa”. Bevuto troppo, è chiaro. Voto: 7
GHEMON (Momento perfetto)
La cosa bella della “confessione” di Ghemon è che il messaggio arriva anche se la leggi e basta. Consueta eleganza, del tipo che vorresti ascoltarlo in penombra con in mano un bicchiere di whisky.
“Lo sai come sono i serpenti/ Se tu gli tendi la mano/ loro affondano i denti”. Sì, però, se tendi la mano ai serpenti sei pirla. Voto 7
GIO EVAN (Arnica)
Gio Evan è molto amareggiato perché lui si fida e gli altri se ne approfittano. È un Bacio Perugina vivente, di quelli che ti fanno venire una punta di diabete.
“Le partite sulla strada/ fare i pali con la maglia”. Almeno lo zaino. Voto: 6
IRAMA (La genesi del tuo colore)
Dunque, è tutto un “andrai, piangerai, ballerai”. Insomma, non l’ho capita, ma il ritmo è ingrifante.
“Scordarsi il dolore/ Cambierai il tuo nome”. Programma protezione testimoni? Voto: 6,5
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA (Amare)
L’orgoglio di lei che ripensando alle sue antiche rogne si lascia andare. E urla come una matta. Ma urla bene.
“Io corro e poi corro/ Piango e poi piango”. Se piangi dopo la corsa è possibile che siano le vesciche. Voto: 7
LO STATO SOCIALE (Combat Pop)
Quelli de Lo Stato Sociale smascherano tutti i luoghi comuni del presente e lo fanno a modo loro: simpaticamente.
Il pubblico all’Ariston non ci sarà, altrimenti lo avrebbero svegliato.
“Credevi fosse amore/ E invece era un coglione”. No! Sei un eroe (cit.) Voto: 7+
MADAME (Voce)
Lei si ricorda del suo amore e ora che sono lontane le mancano molto le loro acrobazie.
Troppo moderna e ”sbiascicata” per Sanremo. Ma è bella come la bottiglia di vetro della Coca Cola.
“Mi vedevano ridere da sola/ ma eri te”. O un colpo di sole. Voto: 7,5
MALIKA AYANE (Ti piaci così)
Loro sono lì-lì per limonare e lei prova a convincere la controparte a mollare l’osso (io almeno l’ho capita così). Da Malika ci si aspetta sempre una prestazione da 9. Tipo Eriksen per l’Inter.
“Ti fa muovere/ senza spingere”. E che è, Draghi? Voto: 5.5
MANESKIN (Zitti e buoni)
Sono incazzati come bestie. Ma non è incazzatura “a caso” è incazzatura giustificatissima.
Meno sanremese di così si muore. E infatti spacca.
“Vi conviene toccarvi i coglioni”. In effetti ci è rimasto solo questo. Voto: 7,5
MAX GAZZÈ E LA TRIFLUOPERAZINA (Il farmacista)
Max ci porta dentro a un laboratorio pieno di matti che confezionano pillole di felicità artificiale.
Nessuno sa scrivere come i fratelli Gazze. Non c’è altro da aggiungere.
“Trifluoperazina, Stramonio e Pindololo, un pizzico di Secobarbital”. E passa la paura. Voto: 6.5
FRANCESCA MICHIELIN E FEDEZ (Chiamami per nome)
Dominerà in radio, ma ci aspettavamo di più. O forse era il 20° ascolto e non ne potevamo più.
“Le promesse erano mille/ Ma nel cuore sento spille”. Sono i trigliceridi alti, fidati. Voto: 5.5
NOEMI (Glicine)
Lui le dice che “non funziona più”. Lei è molto triste e spera di recuperare, ma non sa che lui probabilmente si è già fatto 5 o 6 giri su Tinder.
“Dentro di noi vedo giorni spesi su treni infiniti”. Voto 5
ORIETTA BERTI (Quando ti sei innamorato)
Canzone d’amore per il suo Osvaldo. Copre la quota “terza età” e lo fa bene.
Questa canzone poteva partecipare serenamente a Sanremo 1963.
“Quando ti sei innamorato/ Da allora niente è cambiato". Osvaldo è l’anti Can Yaman, insomma. Voto 5 (10 per mia mamma).
RANDOM (Torno a te)
Lui è felice se lei gli gira attorno tipo trottola. Ma così ci viene il mal di capa.
“Quando giri intorno a me/ Sai non mi sembra vero/ E forse non lo sei / Forse è la testa mia”. Oki Bustine e passa tutto. Voto: 5
WILLIE PEYOTE (Mai dire mai - La locura)
Siamo tutti in vendita, schiavi del luogo comune. E non c'è niente di male, basta saperlo. Cita Bugo e Morgan… e molto altro. Bravo.
“Riapriamo gli stadi ma non teatri né live/ Magari faccio 2 palleggi, non si sa mai”. Amarissima realtà. Voto 7,5.
*Come sempre potrebbe essere anche l’esatto contrario.