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Ivan Cottini, da Sanremo all'immobilità: "Così il governo mi ha condannato. Prima della malattia? Ero uno str***"

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Si parla tanto dei ristoratori, delle partite Iva, dei lavoratori dello spettacolo, degli anziani, ovviamente. Non c'è molta attenzione per coloro che, colpiti da una disabilità, ci impiegano il doppio della fatica a risollevarsi, e spesso sono soli. Per loro vivere durante la pandemia è difficile. Ivan Cottini, modello, ballerino, ha 35 anni, da 7 convive con la sclerosi multipla. Nonostante la malattia, lo abbiamo ammirato a Ballando con le stelle e a Sanremo 2020 dove ha portato la sua arte e il suo messaggio di coraggio. Non si è mai pianto addosso, ma ora ha qualcosa da dire. Ai piani alti.

Cosa significa per una persona come lei la chiusura delle palestre, delle scuola di danza, delle fisioterapie?
«Significa togliermi la possibilità di contrastare la patologia e di sperare di portare avanti la danza. Nel mio caso è stato il punto di arrivo. E il prezzo che ho dovuto pagare per questo Covid. Mi è andata di lusso rispetto a tanti altri che non ci sono più, ma speravo di poter ballare ancora per un paio d anni...».

Cosa chiede al governo nell'immediato?
«Ho smesso di chiedere al governo, cerco di sopravvivere alla meno peggio tamponando le cose. Non so quanti appelli ho fatto, non ho mai avuto risposte».

Come ha vissuto il 1° lockdown?
«Io non mi sono mai ripreso dal primo lookdown, sono rimasto quasi 4 mesi fermo, parcheggiato a caso senza fisioterapia domiciliare, senza ballare. La rigidità e spasticità che mi è venuta in più non riesco più a scrollarmela di dosso... Ho provato durante tutta l'estate e primi d'autunno a rimediare con tanto sudore, con l'obbiettivo del prossimo Festival di Sanremo, ma ora con questa richiusura, non saprei».

Cosa è per lei Sanremo, dove è già stato lo scorso anno?
«È il mio obbiettivo, mi sta facendo superare il Covid e stringere forte i denti. Vorrei risalire su quel palco, anche se ho condizioni totalmente diverse rispetto a un anno fa; vorrei chiudere il mio capitolo "danza" con un grande ballo che fermi l'Italia a riflettere. Ogni santo giorno anche da casa online con l'aiuto della mia maestra Bianca ho continuato ad allenarmi».

In cosa consiste il suo allenamento/fisioterapia quotidiana, in periodi normali?
«Inizio ogni mattina alle 7, tra ginnastica passiva e attiva, e poi faccio un'ora di danza... per un totale di 4 ore giornaliere: questo mi ha permesso di vincere la malattia ogni giorno».

A livello psicologico, l'impatto dell'isolamento c'è stato per molte persone, con tanti casi di depressione.  Le è successo?
«L'ho subita io che son sempre stato un grande controllore della mente e non mi vergogno di dire che mi son fatto e mi sto facendo aiutare psicologicamente. Sono umano anche io e affrontare i problemi chiusi tra le quattro mura di casa, non avere terapie per un corpo che decade, mi ha devastato».

Ha una figlia piccola, Viola, avuta nel pieno della malattia: com' è la quotidianità?
«Purtroppo la quotidianità con mia figlia è frammentata, essendo un padre separato; ma in quei giorni assieme cerco di trarne tutta la forza di cui ho bisogno, assecondandola e conquistandola in ogni cosa».

Un passo indietro. Come ha fatto a riprendere in mano la sua vita dopo la diagnosi di sclerosi multipla?
«Ho provato a fare per un anno il malato, ma a 27 anni non mi si addiceva, quindi mi ero rotto di star seduto e ho deciso di ricominciare tutto da capo. Ho ripreso a essere io il protagonista della mia vita, consapevole di cio che avevo e di ciò che sarei stato».

Ha dichiarato che l'Ivan prima della malattia non le piace. Perché?
«Ero uno stronzo egoista e attaccato alle cose futili. Vivevo solo per me stesso e con il paraocchi. Ora vivo per gli altri e mi fa star bene stimolare le altre persone nella ricerca della felicità».

Qual è il suo prossimo progetto?
«Penso solo a Sanremo 2021, fatelo pervenire ad Amadeus, per favore... Poi da metà marzo penserò al mio futuro e a cosa vorrò fare da grande, visto che sarà un punto di arrivo per la danza, ma un nuovo punto di ripartenza per Ivan. Chi sa rinnovarsi non muore mai». riproduzione riservata.

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