Oggi è un altro giorno, che danni Serena Bortone: guaio in Rai. E Caterina Balivo...
Ma perché cambiare un programma che va bene con uno che va molto peggio? Meritocrazia e logiche di mercato vorrebbero che un format di successo venga riconfermato. Ma non è questo il caso di RaiUno. Fino allo scorso anno nella fascia post-prandiale andava in onda sulla rete ammiraglia Vieni da me, talk show condotto da Caterina Balivo, che in tutta la stagione aveva portato a casa uno share medio del 12,6% con 1 milione e 794mila spettatori. Tanta roba. Quest' anno al suo posto RaiUno ha invece inserito un nuovo format, Oggi è un altro giorno, condotto da Serena Bortone, che nelle prime tredici puntate ha racimolato una media del 9,8% di share con 1 milione e 288mila spettatori. Insomma, quasi tre punti di share in meno e 500mila spettatori persi rispetto alla Balivo. Anche paragonandolo alle prime tredici puntate di Vieni da me dello scorso anno, il confronto è impietoso: il programma della Balivo aveva ottenuto una media del 12,1% con 1 milione e 553mila spettatori.
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ARRIVA LA CLERICI
Ora, è vero che al programma della Bortone manca ancora il traino pre-prandiale di È sempre mezzogiorno, il nuovo format della Clerici. Ma è evidente che da un talk show nuovo ci si aspettasse un esordio molto più scintillante. La ragione dello scarto rispetto al passato sta probabilmente nel fatto che la Bortone ha tolto leggerezza a quello spazio, caricando di temi impegnati anche un programma distensivo e digestivo. La Balivo, con la sua levità, creava un'atmosfera domestica, invitando lo spettatore ad andare da lei, a sedersi alle panche del suo studio e a sorridere, senza pretese didattiche. La Bortone invece, per deformazione professionale (da giornalista prova sempre ad andare oltre l'intrattenimento), vuole comunicarci messaggi, impartirci moniti, avere una funzione pedagogica nei confronti dello spettatore.
Che in generale, e a quell'ora soprattutto, non ha voglia di sentirsi ammaestrato. In più la Bortone, per via della sua identificazione partitica (è figlia del mondo Pd), connota ideologicamente questo approccio, si occupa di temi politicamente corretti, dal femminismo ad argomenti Lgbt, in grado di fare breccia nella nicchia di pubblico che la pensa come lei, ma respingenti verso chi la pensa diversamente. Si faccia il caso della puntata del 23/9 in cui la giornalista ha raccontato la storia di Fabrizio Petrillo, trans e atleta, che alcuni anni fa ha cambiato identità, ribattezzandosi Valentina. Una storia come tante altre, da rispettare come tante altre. Ma a risultare forzata era la proposizione di quella vicenda come un modello esemplare, e il sottinteso ideologico che c'era dietro: ossia il mito della fluidità sessuale, la possibilità di dismettere un'identità per assumerne un'altra, cambiando o mantenendo nomi e ruoli a seconda delle circostanze: l'ospite in studio raccontava di essere stato prima Fabrizio, poi di essere diventato Vanessa e infine di essere approdato a Valentina, di non essersi riconosciuto come trans all'inizio, poi di averlo ammesso e nondimeno di farsi ancora chiamare «papi» dal figlio, pur essendo già Valentina...
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GRAN CONFUSIONE
Una gran confusione che non deve aver incoraggiato lo spettatore a rimanere incollato alla tv. Mentre Fabrizio parlava del suo coming out con la moglie, gli ascolti del programma sprofondavano fino all'8,16% di share, risollevandosi solo più tardi quando raccontava della sua carriera di atleta. Verrebbe facile gridare a questo punto: «Aridatece la Balivo», ingiustamente mandata via dalla Rai, forse perché non allineata ai diktat giallorossi. Ma speriamo che domani sia un altro giorno.