Il ritorno di Claudio Coccoluto, dj a 360°: "Gino Paoli? Atto dovuto. Renzi e Salvini? Solo annunci. E Sanremo..."
"La mia coscienza sociale mi impone di affrontare i problemi, di confrontarmi". Le idee di Claudio Coccoluto non sono solo quelle di un dj che da 30 anni dà una forma sempre nuova alla storia del clubbing. Sono soprattutto le idee di un disturbatore a tutto campo. Le dimissioni di Gino Paoli, il caos Siae, il Sensation che salta, Roma che affonda. "Da dove cominciamo?", incalza.
Magari dal 'presidente della Siae svizzera', la sua posizione era diventata imbarazzante.
"Su Facebook devi ironizzare. Comunque è impressionante vedere come una persona di quell'età e con quella carriera possa giocarsi tutto in 10 minuti. Spero che Gino Paoli riesca a chiarire. Le dimissioni sono state un atto più che dovuto. Il suo nome aveva un connotato di garanzia e le reazioni sono state commisurate al fatto che tutto ciò è venuto meno. Sia chiaro: come artista non si discute. E in un paese in cui non si dimette nessuno, ha fatto quello che tutti si aspettavano da una persona seria come lui".
'L'amico al bar' Grillo lo ha difeso, mentre Red Ronnie ha tirato fuori il solito mantra dei complotti delle multinazionali.
"La difesa di Grillo non mi fa né caldo né freddo. Non la considero. Esistono paradisi fiscali ma anche inferni fiscali. Faccio un'ipotesi: spesso si affidano ad altri i propri interessi. Quando deleghi, qualche rischio lo corri".
La Siae, comunque, è messa molto male.
"E' una torbida organizzazione, l'ennesimo labirinto burocratico italiano. E' impensabile che nel 2015 si debba pubblicare a mano un borderò. Il risultato? Elenchi illeggibili, quindi accantonati assieme ai relativi compensi. E' una cosa che va a vantaggio di pochi. Dei soliti. Lo dico per esperienza personale, da artista e gestore di un locale".
Potrebbe essere la volta buona per un deciso cambio di marcia al vertice?
"Servirebbe una persona giovane, un tecnico che sulle problematiche musicali, in Italia da sempre trascurate, abbia sbattuto i pugni per anni. Un discografico, magari".
Tassazione dal 20% al 48% in un anno e addio Sensation Italia: finiranno per darci una medaglia.
"Qualcuno dice: probabilmente non c'è stato il riscontro che pensavano di avere. Questa dietrologia deve finire, serve a nascondere una situazione da sempre opaca. Ossia qualcuno che bussa alla porta e ti chiede conto di qualcosa che prima non c'era. Gli olandesi scappano perché sono abituati a un altro modo di ragionare, evidentemente più serio. Se non esiste una normativa chiara, come fai a costruire qualcosa?".
La Barcaccia, gli olandesi, Piazza di Spagna. Siamo diventati una barzelletta.
"Il danno alla Barcaccia è l'appendice. Il fatto grave è che una città storica come Roma sia alla mercé del primo che passa. In Olanda non lo fai, manco ti avvicini a un monumento".
Sgarbi va controcorrente e parla di danni esigui. Lì pagherà lui, dice.
"Probabilmente voleva mettere l'accento sul fatto che stiamo a pensare alla Barcaccia quando in realtà è arrivato un gruppo di persone che va scientificamente a rompere i coglioni fuori dal paese di appartenenza. Forse il Ministro degli Interni qualche riflessione su eventuali dimissioni avrebbe dovuto farla".
Marino è un buon sindaco per Roma?
"Le buone intenzioni stanno naufragando per capacità che non ha. O che forse non sono sufficienti. Di certo non gli manca la buona volontà, aspettiamo".
Cosa pensi dei due Mattei?
"Due facce della stessa medaglia. Soffrono di 'annuncite' cronica, ma i fatti? Una capacità propagandistica che fa quasi rimpiangere Berlusconi".
Il Sanremo di Conti l'hai visto?
"Come potevo perdermelo? A Sanremo puoi perdonare il fatto di essere ovvio per il suo cliché, a cui tutti si acchiappano per vendere. Il discorso diventa intollerabile per chi dovrebbe fare musica da ballo nuova, che invece risulta vecchia da morire".
L'Italia, la Dance, il Nord Europa. A te la parola.
"Per fortuna, non siamo capaci di fare dischi in provetta. Il Nord Europa è stato più bravo nel cavalcare l'evoluzione tecnologica. La Francia rappresenta una piccola eccezione. Il marketing è sempre stato un nostro tallone d'Achille. Col suo gettito economico, l'EDM ha azzerato la parte qualitativa. Le cifre hanno drogato il mercato. Dj da poche migliaia di euro e dj strapagati. Quest'ultima categoria non ha senso se non si fa la distinzione tra dj industriale e dj artigianale, fascia nella quale mi colloco io. Se noti, i primi posti della DJ Mag Top 100 sono occupati da dj che arrivano da quei territori".
Nel '97 arrivasti 88esimo nella classifica di DJ Mag. Come percepisti quel risultato?
"Ho sempre avuto un'avversione per le classifiche: vanno bene per i centometristi, dove c'è una valore misurabile. Non puoi comparare la portata di un dj che fa trance a quella di un Gilles Peterson".
Ti definisci 'un sarto che cuce a mano, una radio libera, un'antenna'. E tra un po' ti rimetti alla prova come produttore.
"A fine marzo esce il primo 'The Dub' (la sua etichetta discografica, ndr) del nuovo corso: un Ep come Claudio Coccoluto, avrà il suono che ha contraddistinto la mia anima di produttore. Dubblack, l'etichetta che gestirò con mio figlio Gianmaria, avrà un sound sperimentale".
Cos'è la House, oggi?
"Un modo di interpretare la musica da ballo, come feci nel '97 con Belo Horizonti: la samba riletta in chiave House. E' come parlare del rock: è una parola che accosti a un certo tipo di suono e di immagine. La House è una modalità, uno stato d'animo. Qualcosa che non morirà mai".