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Al Bano Carrisi-choc: "Così tiro avanti un anno". Cosa proprio non torna: soldi, occhio alla scoperta

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Al Bano Carrisi le spara grosse come trulli di Alberobello. Niente di grave, per carità, ma queste sono bombe che in una scala da zero a Maurizio Mosca superano persino le perle del mito e meritano di essere raccontate. Una settimana fa il capolavoro sui dinosauri, un acuto di quelli che lo hanno celebre da Cellino San Marco fino alla Kamcatka, ma senza l'imposizione dell'ugola e solo con l'utilizzo di un'arma ancor più potente: la superboiata. 

Dice così, Al, in diretta a Domenica In: «L'uomo è stato capace di distruggere i dinosauri, ce la farà anche con il virus». La gente impazzisce, prova a capire se il cappello di paglia più famoso del Tavoliere sa cose che noi umani non sappiamo, pensa «effettivamente i Flinstones avevano Dino come animale domestico» ma, infine, iniziano barbaramente a prenderlo per il culo: «Al, ma che dici?». 

 

LO YUCATAN
Lui non fa una piega, non accetta la facile spiegazione delle masse - quella dei meteoriti - e come un terrapiattista qualunque tuona a Un giorno da pecora: «Vent' anni fa sono stato al Museo di storia naturale di New York e ricordo una bella immagine con un dinosauro e gli uomini di allora che, con attrezzi vari, lo distruggevano». E ancora: «Certo, ci sono stati i meteoriti caduti nello Yucatan, ma i dinosauri sono stati anche in Puglia. E lì, che io sappia, non c'è memoria di meteoriti». Straordinario. Il risultato è la nascita di un videogioco in cui il nostro eroe abbatte pterodattili a colpi di acuti. Altri, parafrasando la celebre Felicità optano per il "bevi responsabilmente": «Al Bano, s' era detto UN bicchiere di vino con un panino, non tutto il fiasco». 

Facile ironia, insomma. Ma non è tutto. Il Coronavirus non fa prigionieri e i suoi effetti colpiscono anche le casse del cantante. Lo sfogo a Diva e Donna è chiarissimo: «Ho solo uscite e nessuna entrata, senza i guadagni dei concerti potrei appena reggere un anno. E nel futuro non potrei certo mantenermi con la mia pensione». Al Bano non ha problemi a parlare di cifre: 1470 euro mensili che, fino a un anno fa, erano 1370. «Non riesco a spiegarmelo. Ho pagato sempre i contributi. Sin da quando qui in Puglia facevo il contadino». E ancora: «Ho una cinquantina di persone nel mio staff, famiglie rimaste senza reddito. Il virus ha bloccato tutto: per adesso tengo chiusi anche il ristorante e l'albergo qui a Cellino». E in questo caso effettivamente non c'è niente da ridere. 

 

ZAR DI RUSSIA
Ora, non vorremmo certo fare i conti in tasca a cotanto monumento nazionale, ma siamo infamoni e improvvisiamo. Costui, tra ospitate in tv un giorno sì e quell'altro pure, concerti in terra russa laddove è considerato alla stregua di uno zar (ma pure in Bulgaria e Polonia gli strapperebbero le mutande), contributi Siae del tipo che ogni volta che alla radio ascolti «Felicitààà!» lui mette in tasca l'obolo (25 milioni di copie vendute nel mondo solo per quella canzone lì!), attività varie... vien da pensare che possa strafogarsi di orecchiette fino alla ricomparsa dei dinosauri sulla terra (che lui stesso provvederà ad annientare, tra l'altro). 

Poi, certo, ci sono anche le uscite: la fine del matrimonio con Romina Power costa, i figli costano, il rapporto con la Lecciso costa, i vetri infranti con gli acuti costano, ma da lì a piangere miseria... Viene da pensare alle famose lacrime di coccodrillo, animale che, tra l'altro, l'uomo ha deciso di risparmiare. Per ora almeno...

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