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La iena Pellizzari cantante per Haiti

Intervista al conduttore tv: "Con un singolo raccoglierò fondi per ricostruire l'isola dopo il terremoto" / GUARDA IL VIDEO
venerdì 19 novembre 2010

3' di lettura

In tanti, negli ultimi giorni, si sono chiesti: "Cosa ci fa Mr. Brown, cioè la Iena Andrea Pellizzari, tra le macerie di Haiti?". La risposta è semplice. Anche lui, proprio come l'APE di Kenny Young, l'associazione no profit che detiene il marchio Rhythms Del Mundo, ha deciso di dare una mano agli abitanti di quest'isola sfortunata, che ora più che mai ha bisogno del nostro aiuto. Così ha fatto ballare e cantare i bambini dell'orfanotrofio N.P.H, diretto da Francesca Nava, per raccogliere fondi destinati alla costruzione di nuove case, dopo il terremoto dello scorso 12 gennaio. Il risultato di tutto questo è un singolo, Mr. Brown is back in town, che ha prodotto assieme al collega Sir Bob Cornelius Rifo (Bloody Beetroots) ed è disponibile da qualche giorno nei negozi di dischi e nelle edicole. Con soli cinque euro aiutiamo chi sta peggio di noi.

Davvero una bella idea. Ci racconti un po' come è nata?

"La melodia del brano, che è bellissima, ha 400 anni. E' quella di un classico della musica popolare come London bridge is falling down. L'ottimo lavoro in studio di Tifo l'ha resa attuale. L'ha portata a noi. Avremmo potuto realizzare una hit, ma i successi vanno e vengono. Abbiamo preferito fare qualcosa di meglio. Come hai anticipato sopra, acquistando il cd, distribuito nei negozi da Universal, sarà possibile dare una mano alla gente di Haiti. E' un progetto molto concreto che invece di deprimerci spero ci lascerà il sorriso sulle labbra. Ci ho messo tre mesi a scrivere il testo della canzone, anche se è semplicissimo. E' stato realizzato anche un videoclip. Lo abbiamo girato nei luoghi in cui il sisma ha arrecato più danni. La regia è di Marco Salom e Stefano Guindani".  

Lavori su Italia 1 e Radio Deejay. Ma sei anche un bravo disc-jockey. Come è cambiato il ruolo del dj negli ultimi anni?

"Grazie alla tecnologia e non solo, il dj è diventato qualcosa di più di un semplice juke box. Ogni artista crea la colonna sonora perfetta della serata remixando dal vivo i brani che suona. Grazie ai nuovi lettori cd e ai computer, ogni brano diventa perfetto per sperimentare. Soprattutto per i più giovani. Mettere in sequenza le hit del momento non basta più, anche perché, probabilmente, queste sono sparite".

Grazie a personaggi come David Guetta e Bob Sinclar, oggi chi mette i dischi è diventato una star.

"Direi che il dj ha rivoluzionato il modo di far musica da molto prima. Ad esempio, l'hip hop è nato negli USA grazie a questa figura, che ha iniziato ad usare come basi dei pezzi di canzoni e a fare lo scratch con i piatti. Sopra questo tessuto musicale, gli mc hanno iniziato a fare rime, e ancora oggi questo sound fa ballare in tutto il mondo. I Daft Punk, i Massive Attack… anche loro sono dj. Non c'è solo Guetta, insomma, con la sua dance pop. Mentre è vero che senza il suo intervento I gotta feeling dei Black Eyed Peas non sarebbe diventato un successo mondiale. E' la pista, è la discoteca, che fa diventare una canzone un successo assoluto".

Mara Maionchi ha detto che la musica dance non fa più emozionare e per questo le vendite vanno male...

"In parte è vero, perché l'emozione con la musica dance parte dalla situazione, dal locale, da chi mette i dischi. Quando sei a casa e ascolti lo stesso brano che balli a basso volume, magari non ti dice nulla. E' questo mix di cose diverse ad essere unico, in discoteca. Non mi sento giovane, ovviamente vedo la differenza tra me e i ragazzi che faccio ballare. Ma credo che quando fai questo mestiere devi essere al passo coi tempi, oppure dopo un po' sei costretto a smettere. Ci sono troppe persone che non vivono la notte, ne parlano per sentito dire. E invece vivere le disco in prima persona anche quando sei adulto è una gran fortuna".

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