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Scialpi: il mio unico errore?Rifarmi le labbra

Il ritorno del cantante che negli anni '80 faceva impazzire le ragazzine: sono un'icona
di Lucia Esposito domenica 9 dicembre 2012

scialpi

4' di lettura

di Lorenza Sebastiani Dov’è finito Scialpi in questi anni? «A vivere la mia arte», risponderebbe lui piuttosto seccato. Innanzitutto ha cambiato nome, ora si chiama Shalpy e dal 19 novembre è su I-Tunes il singolo Icon Man, la sua prima produzione internazionale. Sono lontani i tempi di Pregherei o di A…Amare, quando il suo sguardo magnetico incendiava ragazzine innamorate che lo aspettavano sotto casa. Ora attenti a Shalpy, che prima di Natale lancerà su Youtube il video del suo  singolo (in inglese). Icon Man che cosa rappresenta? «Recita così: “Non mi interessa cosa tu possa pensare di me, io resto comunque un’icona. ..perché sto fluttuando nell’aria, mi puoi usare sessualmente o misticamente, ma io resto un’icona…”». Lei si sente un’icona, quindi. «Assolutamente sì». Ma è un brano ironico? Scusi se insisto. «Vede, oggi si è abituati a coprire di negatività gli artisti. Prenda I migliori anni di Carlo Conti. Uno va a cantare lì e ti sparano dietro le spalle la tua foto di vent’anni fa. E tutti davanti alla tv a dire “Oddio come canta, com’è invecchiato, che pancia, come canta male”. Icon Man è un’ironica protesta. Cos’ha fatto in questi anni? «Avanti indietro con gli Usa dall’85. Fino a poco tempo fa condividevo una casa a Los Angeles con un amico fraterno, che si esibiva con me. Nel ’94, in Italia, ho fatto teatro, Il Pianeta proibito, con Patrick Rossi Gastaldi. Sarebbe l’allegoria de “La tempesta” di Shakespeare, io facevo Prospero». Impegnativo. «Ho fatto anche una piccola parte ne L’Ispettore Derrick ,  ho capito che cantare non mi completava. Cinque anni fa, sempre a teatro, sono stato Rodolfo Valentino». E in America? «Ho continuato a cantare. Ora con la mia etichetta ci terrei a far conoscere la mia musica anche in Nord Europa, nei Balcani e all’estero». A un certo punto si è distaccato dall’Italia, cosa non le piaceva? «L’atmosfera di raccomandazioni, le radio che funzionano solo con logiche commerciali».  Cosa pensa dei talent italiani? «Li uso come sonnifero. Ma ci andrei a cantare Icon Man. Il loro fine è creare il reuccio dell’edizione annuale. Bisognerebbe fare un altro talent, qualche anno dopo, con gli stessi concorrenti più un gruppo di psicologi, per vedere come sta la mente di quei giovani».  Cosa le piace (e cosa no) della tv italiana? «Odiavo Meteore, è orrendo, lo farei vivere da protagonista a Nicola Savino».  Ha avuto dei momenti di down, dovuto agli alti e bassi della sua carriera?  «No, sono troppo figo per farmi fregare da questi meccanismi. Valgo molto di più». Negli anni ’80 era un idolo per le teenagers. Com’erano le sue fan? «Oggi s’infilano nei camerini, si tolgono il reggiseno. Una volta si limitavano a svenire. Vivevano il divismo in modo più romantico».  Riceveva lettere? «Pupazzi, lettere, diari scritti dall’inizio alla fine. C’era il pellegrinaggio a casa di mia madre, a Parma. Le ragazzine suonavano il campanello e lei le faceva salire e gli mostrava la mia cameretta». Un flirt con una fan?  «Mi sono infatuato di una fan diciottenne a 23 anni. Mi ero quasi innamorato. Poi dopo due mesi mi stancai. O fu lei a stancarsi? Non ricordo». Cambiamo argomento, la sua immagine. Lei è tanto cambiato... «Eccoci. Sembra che  il rifatto sia solo io». Andiamo con ordine. Perché si è ossigenato i capelli? «In questo momento mi va di stare sopra le righe. E poi io sarei moro, ma ormai sono brizzolato. Dovrei arrivare a 70 anni con la tinta scolorita? No, grazie. Meglio biondo». Si è ritoccato le labbra, però. «L’unico errore nella mia vita. Un chirurgo maldestro ha usato silicone e mi ha provocato una fibrosi. Sono stato già operato tre volte per rimediare, e dovrò farlo ancora. La colpa è stata del medico, ma anche della mia leggerezza». Perché l’ha fatto? «Non mi piacevano le mie labbra, le avevo sottili. Un errore, ripeto. Poi bello di natura come sono io, non è il caso di ritoccarsi». Altri interventi in programma o si lascerà vivere? «Devo decidere se regalarmi una terza di seno per partecipare a Sanremo e presentarmi in veste di pin up. No, guardi, io mi trasformo ogni giorno come artista. Non mi drogo, non fumo, bevo alcol una volta a settimana». Quindi l’unico ritocco che ha fatto è stato quello alle labbra? «A dire il vero a 43 anni ho provato il botox, ma ho visto che la mia espressione andava a farsi friggere. Ora solo acido ialuronico». Ultima cosa, in futuro la vedremo a Sanremo? «No, non voglio andarci mai più. Si può essere artisti anche senza. È una vetrina? Chissà. Se non ci metti un Saviano che parla mezz’ora o un Celentano che fa il sermone, non fa audience.  Il festival dei fiori andava bene 50 anni  

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