Pazza Inter: lite a tre, D'Urso e Celentano contro la Lucarelli

Dal salotto di Domenica Live la figlia del molleggiato attacca Selvaggia con la complicità della presentatrice. La risposta al vetriolo arriva su Facebook
di Roberto Procaccinivenerdì 30 novembre 2012
Pazza Inter: lite a tre, D'Urso e Celentano contro la Lucarelli
2' di lettura

  Una sfida a distanza, triangolare, tutta in rosa e combattuta tra web e televisione. Barbara D'Urso e Rosita Celentano contro Selvaggia Lucarelli, cioè la conduttrice e l'attrice contro l'opinionista. Il primo round della battaglia è andato in onda su Domenica Live, dove la figlia del mattatore Adriano era ospite della show girl napoletana. Le due arrivano a parlare di Amala Pazza Inter, inno dell'Inter dal 2003, canzone i cui diritto sono detenuti dalla Celentano. Dopo una richiesta economica da parte dell'attrice, il club nerazzurro ha deciso di rinunciare al brano, scelta che ha diviso la tifoseria e suscitato qualche polemica. "Semplicemente io ho fatto un disco come editore - rivendica Rosita -, ci sono dentro tre autori che l’hanno scritto, i diritti delle canzoni vanno pagati. Io ho semplicemente chiesto che dal 2003 a oggi i diritti venissero regolati". La Celentano ha poi attaccato la Lucarelli: "Ci sono persone come lei che campano sparlando degli altri. Non è bello fomentare la gente all’odio - continua -, che è quello che si sta facendo". Di fronte a quest'invettiva, la D'Urso, che pure nel recente passato ha avuto modo di polemizzare con la Lucarelli, ha provato a glissare: "Non so di chi tu stia parlando, non mi coinvolgere in polemiche, non voglio sapere niente”. La risposta della blogger - Non invitata nel salotto di Domenica Live, è sui social che la Lucarelli ha deciso di far sentire la propria voce. "Chiedere i diritti vuol dire chiedere soldi - ribatte alla Celentano -, c'ha poco da fare comunicati stampa che confermano tutto, tra l'altro. Onestamente, avessi i diritti di una canzone (manco 'sto capolavoro, aggiungo) che diventa l'inno della squadra del cuore della mia famiglia - continua - e avessi i soldi che bastano a sfamare dieci generazioni, manco mi passerebbe per la testa di chiedere i diritti". Per la Lucarelli il passaggio più indigesto, però, è quello in cui viene accusata di essere una "sparlatrice per mestiere": "Io campo scrivendo su un quotidiano, facendo tv e radio, mentre cresco un figlio. Sarebbe emozionante - è la stilettata - che la Celentano ci snocciolasse il suo curriculum in 47 anni di vita e ci narrasse la sua vita fatta di duro lavoro. Vorrei vedere se di cognome facesse Scognamiglio, quanto tempo avrebbe per portare a spasso i cani in carrozzina per le vie di Brera". Ce n'è per tutti - Selvaggia Lucarelli non le manda a dire neanche alla D'Urso, colpevole, a suo dire, di aver trattato la questione volutamente con sufficienza. "Per personalità, stile, interessi, approccio alla vita, al lavoro e alle persone - scrive -, non abbiamo nulla in comune. Però io dico le cose come stanno. Senza faccine e senza tante balle. E non fingo di dissociarmi da nessuno, che non c'ho tempo per i teatrini".