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Boncompagni: "Io e Raffaella Carrà scrivevamo porcate". Ma le canzoni sono ancora un successo

L'autore incensa l'amica di una vita, così determinata, seria e stacanovista
di Eleonora Tesconi sabato 22 giugno 2013
Gianni Boncompagni e Raffaella Carrà

Gianni Boncompagni e Raffaella Carrà

2' di lettura

Siamo nel 2013 e A far l'amore continua a spopolare, non solo tra chi ricorda bene la Carrà, delle origini e oltre, ma anche tra i giovani, grazie al riuscito remix di Bob Sinclair e al recente utilizzo del brano come colonna portante del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, che ha portato la voce di Raffaella al festival di Cannes. Gianni Boncompagni, intervistato su La Stampa, loda la mitica Raffella Carrà, l'ex compagna, collega e amica di una vita, in fuga nelle Filippine in vista del suo settantesimo compleanno. Il prossimo 18 giugno, struccata, tranquilla, come la immagina l'autore e regista televisivo toscano, festeggerà con gli amici e con il compagno Sergio Japino senza grosse pretese. Ma quelle canzoni, confessa Boncompagni, "erano delle porcate".  Boncompagni, che afferma di aver scritto quasi tutte le canzoni che canta la bionda soubrette e oltre, compreso proprio quel motivo che la rende moderna più che mai, parla di lei così come lo avrebbe fatto quando si conobbero, e, soprattutto, quando la Carrà non era ancora la Carrà che tutti noi conosciamo e che, ancora oggi, fa ballare e cantare tutte le generazioni: una donna con le idee chiare, lontana dall'atteggiamento facile, frequente nella maggior parte delle attrici, un altro mondo insomma. Caratterialmente agli antipodi, lui anarchico e iconoclasta, prigro, fannullone ma fortunato, lei credente e gran lavoratrice, scrivevano insieme quelle canzoni che, dopo averle etichettate come "porcate", vendevano in tutto il mondo. E agli antipodi anche nei festeggiamenti, perché lui ha apprezzato la bellissima festa organizzatagli per i suoi ottant'anni, con donne vestite da suore, uomini da preti e lui come papa guest star, mentre lei, di festeggiare, non ne vuole proprio parlare.

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