Strana gente, questi inglesi. Prima annunciano, per il 30 settembre, il lancio di una inedita campagna di comunicazione, chiamata Campaign for Real Sex (tradotto: campagna per il sesso reale), con lo scopo precipuo di promuovere la distinzione tra sesso vero (l’amore, negli anni 2000, pare sia un termine desueto) e pornografia. Un genere, stando alla denuncia anglosassone, che avrebbe alterato la corretta percezione delle relazioni di coppia, inculcando fantasie morbose e desideri falsati. Peccato che poi, per raggiungere questo obiettivo, non abbiano arruolato un Piero Angela in versione british, bensì un manipolo di coppie impegnate a copulare, dal vivo, davanti alle telecamere e a uno stuolo di giurati. È questo, infatti, il concept di Sex Box, programma portante della suddetta campagna di comunicazione, al via sul canale inglese Channel4 dal 7 ottobre. Ogni puntata prevede tre coppie. A turno ognuna di queste si infila dentro a un box di plexiglass, insonorizzato e dai vetri opachi: un nido d’amore che, senza primi piani dettagliati, permette ai presenti di farsi un'esatta idea di come si sta svolgendo la performance amorosa. Una volta che questa è terminata, si apre il dibattito in studio: la coppia esce dal box e si confronta con la giuria, capitanata dalla conduttrice Mariella Frostrup. Con lei ci sono anche l’esperta di sessualità Tracey Cox, l’esperto in relazioni di coppia Dan Savage e lo psicoterapeuta, nonché scrittore, Phillip Hodson. Naturalmente, non mancheranno i commenti dei telespettatori, che interverranno con ogni social network in loro possesso. Prevista, fin dalla prima puntata, anche una coppia gay, giusto per non lasciare nulla di inevaso. Tutto questo – giurano i produttori – dovrebbe aiutare a capire cosa non è pornografia. Teoria che, francamente, suona un po’ strana visto che, pur non essendoci primi piani di dettagli intimi, stiamo comunque parlando di coppie che si uniscono carnalmente in tv, dal vivo, coperte solo dal vetro opaco di plexiglass (capirai…). «L’idea del box è nata per facilitare la conversazione: per renderla più immediata, più onesta, nonché più veritiera di quanto di solito sia», spiega a MailOnline il responsabile della programmazione factual di Channel4, Ralph Lee. Lo scopo sarebbe squisitamente divulgativo, tant’è vero che Sex Box viene inquadrato come un programma factual o meglio un «how to do»: termine tecnico per indicare quei programmi che spiegano come si fa a fare qualcosa. In questo caso, l’oggetto della materia sono la corretta percezione dei propri gusti sessuali, la comprensione di cosa realmente funziona o piace a livello sessuale, gli errori da evitare. «Non ci soffermeremo tanto sulle tecniche amatorie, quanto sul significato che l’atto sessuale ha avuto per i concorrenti», precisa Lee. E quale luogo è più «opportuno»” se non la tv? Gli fa eco la conduttrice: «Spero che lo show possa suscitare un dibattito intelligente e maturo sul sesso nell’Inghilterra di oggi». Di certo, farà ascolti. di Francesca D'Angelo