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Dino Zoff debutta come attore in una commedia sulla felicità

di Nicoletta Orlandi Posti sabato 25 aprile 2015

2' di lettura

"Non mi piace rivedere le mie partite fatte bene, figurarsi se vorrei rivedermi in un film! Ma Andrea Muzzi mi è sembrato da subito una brava persona, e non ho saputo dirgli di no". Così Dino Zoff, autentico mito dello sport italiano, commenta con il consueto aplomb la sua partecipazione alla commedia "Basta poco" di Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti. Il portiere campione del mondo appare per la prima volta al cinema e interpreta se stesso in un significativo cameo nel film che uscirà nelle sale il 30 aprile in 40 copie. La commedia - Andrea Muzzi, attore e comico toscano, molto attivo sul circuito televisivo della sua regione, dirige il secondo film ("Ma è il primo veramente importante"), ispirato a una vicenda reale e sceneggiato con la collaborazione di Ugo Chiti. "Basta poco" è una commedia a basso budget ("Entro i 500mila euro" puntualizza il produttore Sandro Frezza) dal retrogusto agrodolce che cerca contemporaneamente di far ridere e di affrontare temi importanti, su tutti l’affannosa ricerca della felicità in un momento di grave crisi economica e sociale. Sergio, interpretato dallo stesso Muzzi, è un quarantenne senza un impiego stabile che crede di aver avuto un’idea geniale per tentare il riscatto sociale: aprire un’agenzia che vende felicità. Con l’aiuto dell’amico di infanzia Fulvio (Massimiliano Galligani) crea la ditta "Felici & Contenti", che si occupa di esaudire i desideri più disparati delle persone. L’attività trova successo, ma a forza di vendere illusioni i problemi non tarderanno ad arrivare... Il cast - Nel cast, oltre ai già citati Dino Zoff e Andrea Muzzi, compaiono Daniela Poggi, Ninni Bruschetta, Paolo Hendel e Marco Messeri nei panni di Mario, il padre ex ferroviere del protagonista Sergio. "Ho lavorato sugli umori di famiglia", racconta Messeri. "La generazione di Sergio non ha visto la guerra e mi sembra in balia degli eventi, avvitata su una giostra. Io sono del ’48, sono figlio della pace, e questo fa la differenza tra un anziano e coriaceo ferroviere e gli svagati di piccola borghesia della generazione successiva: ognuno di loro cerca l’idea fortunata per esistere, ma la vita riserva sempre sconfitte e cocenti delusioni". I registi Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti sono soddisfatti del risultato: "Siamo riusciti a parlare con semplicità di temi importanti. È un film che fa ridere, ma che smuove anche molti interrogativi".

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