L'eco dei loro reciproci dissing è giunta anche alle orecchie di uno che, come lo scrivente, quanto a conoscenza della musica rap e hip hop è molto al di sotto del minimo sindacale. Essere ignoranti in materia pone però nella privilegiata condizione di non dover parteggiare per nessuno dei due contendenti, ovvero né per il cantante Fabri Fibra né per il suo antagonista (ed ex amico) Vacca. Ci limiteremo dunque a riferire, da bravi cronisti, i particolari della faida che da oltre un anno oppone i due idoli (Fibra, a dire il vero, più idolo di quanto non lo sia Vacca) di tanti ragazzi italiani. Ma non prima, ci mancherebbe, di avere spiegato (o rammentato, per chi già lo sapesse) che con il termine «dissing», proveniente dallo slang afroamericano (è una deformazione di «disrespecting», mancare di rispetto) e talora abbreviato in «diss», s’intende un brano musicale con cui un artista della scena rap attacca più o meno duramente un collega. Nel litigio a puntate tra Fabri Fibra (marchigiano di Senigallia, classe 1976) e Vacca (all’anagrafe Alessandro Vacca, cagliaritano di nascita ma milanese d’adozione, classe 1979), il primo ad aprire il fuoco è stato, e la cosa non stupisce, il meno famoso: cioè Vacca. Tutto ha inizio con un brano dal titolo Canto primo (contenuto nell’album del 2013 Pazienza), in cui il rapper sardo-milanese prende di mira Fabri Fibra a margine di una hit di quest’ultimo, L’italiano balla. Dopo qualche tempo Fibra risponde partecipando come guest star a Zombie, un brano del suo amico italo-angolano Deleterio (altra figura di spicco del rap meneghino) che contiene i seguenti versi: «Nessuno ti conosce, innominato. Non sei mai cresciuto, sei un cartone animato. O la roba spacca o l’artista scappa. Via da qui e sparisce, tipo in Cecoslovacca…». «Cecoslovacca» è un palese riferimento a Vacca, il quale non la prende bene e replica con la chilometrica canzone Il diavolo non esiste, in cui sostanzialmente dà a Fibra del fallito. Al che Fibra risponde con Niente di personale, in cui rinfaccia a Vacca di essere sempre stato geloso di lui. L’indomito Vacca, a quel punto, se ne esce con un dissing durissimo intitolato Nella fossa, oltre sei minuti di pittoreschi insulti nei confronti dell’ex amico («Sei un artista di merda, figurarsi come uomo, stai da dieci anni a Milano e non hai mai visto il Duomo perché stai sempre a casa»). L’ultima parola, per ora, l’ha detta Fibra con Fatti da parte, una gragnuola di contumelie e cattiverie nei confronti di Vacca uscita qualche giorno fa e lunga più di dieci minuti («Dici troppe cazzate, perdente, ci salutiamo. Sei la Sara Tommasi del rap italiano…»). Difficile dire se questo botta e risposta - di cui, sotto il profilo commerciale e della visibilità, si giova soprattutto Vacca - avrà mai termine. Quel che è certo è che i due se la suonano e se la cantano alla grande. Anzi, se le suonano e se le cantano. E, almeno per ora, c’è un sacco di gente che li sta a sentire. di Giuseppe Pollicelli