Mattino 5, Francesco Vecchi e quel segreto nel suo passato: "Ecco dove avrei voluto lavorare"
A che ora ti svegli, e a che ora vai a letto la sera? «A inizio stagione ho la sveglia alle 5.45. Poi, come Fantozzi, miglioro sincronismi e movimenti e piano piano vedo il traguardo delle 6.00. Alla sera cerco di essere a letto alle 23. Ci provo, almeno». I ritmi sono belli tosti, come fai a reggerli? Come ti prepari ogni giorno a 3-4 ore di diretta? «Col tempo ho imparato che ci vuole disciplina: so che ho un bonus (o al massimo due) a settimana se la sera voglio fare un po' più tardi. Mi preparo cercando di svolgere nella mia testa come andrà la puntata. Così poi posso godermi gli imprevisti». Quando finisce la trasmissione qual è la prima cosa che fai? Telefoni a casa? Mangi? Fai un pisolino? «Pisolino mai! Nessun uomo merita di svegliarsi due volte al giorno: è già dura svegliarsi una sola. Di solito bevo il caffè, tipo il quarto. E poi faccio subito una riunione per il giorno dopo. Prima si decide, prima posso staccare con la testa». Hai dei fan? Cosa ti scrivono ? Ammiratori o ammiratrici segreti? «Col tempo un po' sono cresciuti: avevo un' ammiratrice segreta che sosteneva di emozionarsi quando leggevo le quotazioni di borsa. A volte succede che qualcuno mi guarda per strada senza capire dove mi ha già visto. Io pure però mi chiedo se per caso non lo conosco, visto che mi guarda. E così ci salutiamo e ci mettiamo a chiacchierare, salvo poi scoprire che no, non lo conosco affatto e a lui viene in mente che sì, mi ha visto a Mattino 5". Sei poco o per niente social, come mai? «Non mi piacciono. Ho sacro rispetto per la parola condividere. Per me resta qualcosa di fisico. E poi non mi piace che ognuno vada sempre a cercare la conferma delle proprie opinioni. Mentre l' anima del nostro mestiere è il contrario: metterle in dubbio, contaminarle, moderarle». La prima volta, la prima trasmissione... qual era la tua paura più grande? «Dimenticarmi tutto. Sentivo il sangue battere persino nelle gengive. Sono uno molto emotivo. La prima diretta andò malissimo: ero inviato sui campi di calcio, andai nel pallone. Per fortuna l' operatore non aveva attaccato il microfono e feci quello che in gergo si chiama "pesce": muovevo la bocca, ma non si sentì nulla». Le gaffe possono capitare, come le gestisci? «Se non è grave vai avanti. Se è grave, meglio fermarsi e chiarire subito, anche scusandosi». Cosa temi di più? I fuori onda, ospiti sgradevoli, vuoti di memoria? «I fuori onda». Con la tua partner televisiva come va? «Federica mi ha insegnato tanto della tv. Tantissimo. Le sono molto grato». Quando parli a chi ti rivolgi idealmente? «Alla zia Cicci. Una zia di mia madre, 92 anni, ex maestra delle elementari, lucidissima ma che ormai si muove poco di casa. Cerco di raccontarle cosa succede nel mondo». Nel weekend che fai? «Il lunedì faccio grandi progetti, il mercoledì li rivedo al ribasso, il venerdì li cancello e sabato e domenica, se posso, dormo. Il lunedì ricomincio: grandi progetti!». Hai un presentatore-giornalista di riferimento? Un maestro a cui ti ispiri? «Qui gioco in casa. Mio nonno: Guglielmo Zucconi. È stato un grande nonno e un grande giornalista. Un giornalista popolare: cioè uno che si faceva capire dalla gente, uno che se ne è guadagnato il rispetto. Poi non bisogna per forza essere d' accordo. Bisogna farsi riconoscere l' onestà e la spontaneità». Se non facessi questo mestiere, cosa avresti fatto? «Io, bocconiano, sicuramente lavorerei in banca. Probabilmente all' estero. Meglio se non penso a quegli stipendi...». Sei ossessionato dallo share? «Ogni giorno è come se qualcuno ti misurasse, ti desse un voto. Bisogna essere molto forti per utilizzare quelle indicazioni allo scopo di migliorare e senza farne una malattia. Ma non è sempre facile». Guardi la tv? «Sì, mi piace molto: talk, partite e alcuni giochi a premio». Ultimo libro che hai letto? «Plant Revolution, un libro incredibile sull' intelligenza sottovalutata delle piante. E La Regola del Lupo, un bel noir di Franco Vanni». Serie tv, film o telefilm preferito? «Sui film, i classiconi: tipo, il Padrino. Per le serie TV, l' ultima che mi sono guardato tutto d' un fiato è The Boys». Rifaresti tutto nella vita? «Tutto tutto no. Ma quasi». Cosa ti manca? Chi ti manca? «Ho nostalgia delle estati a casa dei nonni, di quelle giornate lunghissime, di quel tempo senza pensieri. Sì, anche della noia». di Giuliano Zulin