Orfeo debutta al Tg1 e i Prof distribuiscono poltrone col Cencelli
Scelti anche cinque vicedirettori: uno è "tecnico"
di Enrico Paoli Domani mattina, a Saxa Rubra, inizia ufficialmente l'era di Mario Orfeo al Tg1. L'ex direttore del Messaggero, sostituito da Virman Cusenza che lascia Il Mattino di Napoli, prende il posto di Alberto Maccari, il pensionato da pensionare definitivamente, come vuole la dirigenza Rai. La redazione, ovviamente, è già in fibrillazione tanto che si sarebbero rimessi a produrre servizi anche coloro che non lo facevamo da tempo. Meglio prevenire che curare. In attesa dell'insediamento di Orfeo, a Saxa Rubra sono già iniziate le grandi manovre. Compresi i riposizionamenti politici dei redattori di prima fascia, in vista della nomina dei vice direttori. La squadra dovrebbe essere composta da cinque vice, in modo da rispettare il manuale Cencelli: tre al centrodestra, due al centrosinistra, uno dei quali “tecnico”. I nomi della cinquina sono quelli dei confermati Gennaro Sangiuliano, unico punto fermo del mosaico che si va componendo essendo gradito anche al settimo piano di viale Mazzini, Susanna Petruni, che mantiene anche la conduzione dell'edizione delle 20, le new entry Monica Maggioni, un risarcimento per la mancata nomina alla direzione, che, però, potrebbe anche accettare un'altra allettante offerta, e Andrea Montanari, l'uomo che segue Giorgio Napolitano per la redazione interni, preferito a Francesco Giorgino. Poi c'è il ballottaggio fra Carlo Pilieci del Tg2, con un passato al Tg1 da capocronista, e il corrispondente dagli Stati Uniti, Gerardo Greco, molto amato dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. A restare fuori sarebbero l'attuale vice Fabrizio Ferragni, che non ha centrato la riconferma, e la mancata promozione di Filippo Gaudenzi, pur avendo svolto le mansioni di vice direttore. Bocce ferme, invece, per quanto riguarda i quattro conduttori dell'edizione delle 20 (Attilio Romita membro del Cdr, Susanna Petruni, Francesco Giorgino e Laura Chimenti). Farlo implicherebbe metter mano sulle conduzioni delle altre edizioni del telegiornale, a partire da quella delle 13,30 per finire con l'edizione delle 17, con soli tre conduttori da troppo tempo. Non solo. Toccare i volti del Tg1 significa mettersi contro la politica, considerato che ognuno di loro ha un proprio referente politico. E con la campagna elettorale alle porte non sarebbe davvero un buon viatico per gestire il Tg1. Soprattutto per un direttore che guarda in tutte le direzioni.