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Monti sta già tradendo la fiducia ricevuta

La bozza della manovra è piena di tasse e banalità. L'unica è... smontarla

Franco Bechis
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Quando il 17 e il 18 novembre scorso il presidente del Consiglio Mario Monti chiese la fiducia alle Camere, disse: “Nel ventennio trascorso l'Italia ha fatto molto per riportare in equilibrio i conti pubblici, sebbene alzando l'imposizione fiscale su lavoratori dipendenti e imprese, più che riducendo in modo permanente la spesa pubblica corrente”. Poi aggiunse: “la pressione fiscale in Italia è elevata nel confronto storico e in quello internazionale”, promettendo anche cifre dettagliate su questa anomalia fiscale italiana rispetto al resto d'Europa. Le cifre non sono arrivate, ma venerdì 2 dicembre è iniziato a circolare la bozza della manovra economica. Che comprende una cosa davanti a tutte: più tasse. L'ultima sorpresa viene dalla decisione di innalzare di due punti le aliquote fiscali del 41 e del 43%, che quindi passeranno al 43 e al 45%. Queste si uniranno a una reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, a un inasprimento di quella sulle seconde e terze case, a una rivalutazione degli estimi, e a un aumento di due punti dei contributi previdenziali pagati dai lavoratori autonomi. Una stangata fiscale in piena regola, che realizzerebbe l'esatto contrario del programma su cui Monti ha chiesto la fiducia. Non stanga i ricchi e nemmeno gli evasori fiscali, che possono dormire sonni tranquilli. Per intenderci: l'aliquota del 41% si applica ai redditi lordi compresi fra 55  e 75 mila euro all'anno. Significa su stipendi netti fra 2.600 e 3.400 euro al mese, a cui sarà tolto fino a 100 euro al mese grazie a due punti in più di Irpef. Sopra i 3.400 euro al mese il prelievo crescerà, perché l'aumento Irpef sarà di altri due punti (che diventano quattro punti sommati ai precedenti due). Questa misura si unirà per altro a quelle già in vigore: prelievo del 5% sui redditi pubblici e tutte le pensioni sopra i 90 mila euro lordi all'anno e prelievo del 10% su redditi pubblici e pensioni sopra i 150 mila euro lordi all'anno. In più scatta a dicembre anche il contributo di solidarietà sopra i 300 mila euro lordi all'anno. L'Italia avrà una pressione fiscale record mettendo insieme tutte queste misure, che per altro non si capisce come Pd , Pdl e Udc possano votare. Togliere 100 euro a chi ne guadagna meno di 3 mila al mese, è intervento ingiusto e pesante soprattutto senza tenere conto di nuclei familiari con due o più figli, magari monoreddito e pure con l'affitto da pagare. Di equo non c'è nulla. Di depressivo tutto. Per altro non ci volevano cervelloni tecnici per varare misure simili: bastava e avanzava un  qualsiasi esponente della prima Repubblica, magari proprio quel Paolo Cirino Pomicino che tanto si è dato da fare per consegnare l'Italia a Monti. Dopo tanta retorica che ha accompagnato il governo dei tecnici, se la manovra è solo questo insieme di pericolose banalità, non sarebbe male se il Parlamento tornasse alla sua tradizione. E iniziasse dal primo giorno a smontarla…  

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