Gli stipendi di ministri e sottosegretari tassati la metà di quelli degli italiani
Solo un terzo del governo tecnico ci rimette, due terzi guadagneranno più di prima
Il vero affare in questo governo gli italiani lo hanno fatto prendendo Mario Monti. Fa due lavori in uno, quello da presidente del Consiglio e quello da ministro dell'Economia. E il prezzo è di assoluta affezione: 48.698 euro lordi all'anno. Monti prende in realtà di più, perché è anche senatore a vita, e ha diritto ai 12 mila euro lordi mensili di indennità più ai circa 10 mila euro netti mensili di rimborsi spese varie (diaria, telefoni, taxi, forfait di segreteria). Ma questi costi ci sarebbero stati anche senza il governo Monti, e quindi non vanno considerati. A parte lui, i 18 ministri e 28 viceministri e sottosegretari del nuovo governo sono l'esecutivo più caro della storia repubblicana. Una parte di loro ci rimette, ma lo stipendio da ministro e sottosegretario tecnico vale comunque 4,5 volte quello di ministro o sottosegretario parlamentare. E purtroppo non si sostituisce, ma si somma: i parlamentari che prima erano ministri continuano a prendere le loro indennità e rimborsi spese. Quindi se prima un ministro politico costava 48.698 euro lordi all'anno e un sottosegretario politico 40.456 euro lordi all'anno, dal primo novembre 2011 (parte dell'indennità è stata tagliata) un ministro tecnico prende 194.033 euro lordi (63.173 euro di stipendio e 130.860 euro di indennità integrativa), più 48.037 euro di diaria di missione per un totale di 242.070 euro lordi all'anno. Un sottosegretario tecnico prende invece 187.814 euro lordi l'anno, più 48.037 euro di diaria di missione per un totale di 235.851 euro lordi anno. Monti ha detto che vuole equità e il rischio è che ora, dopo avere convinto la sua squadra ad entrare nel governo, debba partire proprio da lì. Perché c'è un privilegio che fra tutti i lavoratori ministri e sottosegretari tecnici hanno perfino in più dei parlamentari: la più bassa trattenuta fiscale e contributiva che esista in Italia. Quel lordo di 242.070 euro diventa per un ministro tecnico un netto di 205.870 euro all'anno, con un prelievo fiscale e contributivo del 14,90% che è aliquota irrisoria. Il netto non è nemmeno basso, visto che ammonta a 15.836 euro al mese per 13 mensilità. Ed è certamente superiore allo stipendio di un professore universitario e di molti dirigenti pubblici. Anche per il sottosegretario non parlamentare il lordo di 235.851 euro diventa un netto di 201.101 euro, e la pressione fiscale e contributiva è del 14,39%. Lo stipendio netto mensile dei nuovi sottosegretari sarà di 15.469 euro al mese per 13 mensilità. Ci rimettono Passera, Grilli, Ciaccia e la Severino, che sicuramente avevano emolumenti assai più consistenti nella professione che svolgevano in precedenza. Guadagneranno meno anche Antonio Catricalà, Carlo Malinconico, Piero Gnudi ed Enzo Moavero Milanesi. Con queste debite e commendevoli eccezioni, gran parte dei membri di questo governo prenderà invece uno stipendio più alto di quello ricevuto in precedenza, e quindi sarebbe meglio abbandonare la retorica del gran sacrificio per il bene del Paese. Resta un problema di imbarazzante equità: il governo che metterà nuove tasse ne pagherà assai meno degli italiani a cui dovrà chiedere nuovi soldi. Visto che molti dei provvedimenti annunciati sono ritenuti accettabili dagli italiani solo se prima si inizia a tagliare i costi della politica, si potrebbe iniziare proprio dagli stipendi del governo: tassandoli come vengono tassati tutti gli italiani…