Roma, 15 feb. - (Adnkronos) - Ricostituire, anche nella prossima legislatura, la Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attivita' illecite a esso connesse e prevedere, come per tutti gli altri delitti di competenza delle Procure distrettuali antimafia, l'utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, prolungando fino a un anno i termini per le indagini preliminari. Queste alcune delle proposte, in tema di lotta al traffico internazionale di rifiuti, contenute nell'Agenda contro le ecomafie 'Ambiente e Legalita" che Legambiente e il consorzio Polieco hanno redatto per il prossimo Parlamento, chiedendo ai candidati alle elezioni politiche di sottoscriverne le proposte e presentarle entro i primi 100 giorni del nuovo governo. Il traffico internazionale di rifiuti e' un business illegale, dannoso per l'ambiente, per la salute umana, per l'economia. Dal 2001 al 2011, grazie a quanto previsto dall'articolo 260 del dlgs 152/06, ci sono state 31 inchieste su traffici internazionali di rifiuti in partenza dall'Italia che hanno interessato 22 Paesi stranieri (10 europei, 5 asiatici, 7 africani), portato all'arresto di 156 persone e alla denuncia di 509, coinvolgendo 124 imprese. Numeri che rappresentano la punta dell'iceberg e mostrano quanto redditizio sia questo ramo delle ecomafie. Per potenziare l'azione di controllo e repressione dei traffici illeciti internazionali, l'Agenda 'Ambiente e Legalita" propone alcuni strumenti ed azioni, tra cui la necessita' di rendere pienamente operativa la nuova classificazione del delitto di attivita' organizzata di traffico illecito di rifiuti e di migliorare la collaborazione tra Stati, soprattutto in materia di controlli e prevenzione, rafforzando il ruolo degli organismi europei e internazionali: Europol, Eurojust, Interpol, Unicri. E a proposito di mercati illegali, l'Agenda affronta anche i temi della lotta alle agromafie e della contraffazione. Sul primo versante, si chiede la costituzione di un'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, uno sportello per il consumatore per raccogliere segnalazioni e denunce dei cittadini, sanzioni piu' incisive per i criminali del cibo e una norma che preveda una piu' ampia estensione dell'obbligatorieta' di indicazione dell'origine dei prodotti e delle materie prime in etichetta. L'agricoltura italiana, rilevano Legambiente e Polieco, e' condizionata dalla presenza della criminalita' organizzata che, in diversi territori, controlla l'intera filiera, dal raccolto allo smistamento nei grandi mercati ortofrutticoli. Il rapporto Coldiretti Eurispes pubblicato nel 2011 ha stimato il giro d'affari intorno ai 12,5 miliardi di euro l'anno mentre l'attivita' di repressione operata dalle forze dell'ordine nel 2011 ha portato al sequestro di prodotti per oltre un miliardo di euro. Anche su questo fronte e' necessario migliorare l'azione di contrasto ai clan, potenziando le attivita' investigative da un lato, privilegiando la filiera corta e l'agricoltura legale dall'altro. Infine, per contrastare il mercato della contraffazione si chiede di ricostituire, nella prossima legislatura, la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, istituita a luglio 2010 con il compito di approfondire la conoscenza e migliorare l'efficacia delle azioni di repressione.