Due anni fa l'incidente nucleare di Fukushima. La lista 'nera' dal 1956 ad oggi

La capacità nucleare complessivamente installata nel mondo ammonta a circa 375.000 Mw
domenica 17 marzo 2013
Due anni fa l'incidente nucleare di Fukushima. La lista 'nera' dal 1956 ad oggi
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Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - L'11 marzo del 2011 la centrale nucleare di Fukushima venne colpita da una serie di quattro distinti incidenti a seguito del terremoto e maremoto del Tōhoku. Incidente classificato dall'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone di grado 7, il massimo della scala finora raggiunto solo da Černobyl. Ma la storia del nucleare nel mondo è segnata da una lunga lista di incidenti: militari, con sottomarini e portaerei affondati nel Pacifico, nell'Atlantico e nel Mediterraneo portando con sé siluri e testate nucleari; o civili con eventi accidentali. Senza contare gli incidenti 'sommersi', minori e coperti dal segreto militare, alcuni emersi soltanto dopo la fine della guerra fredda. E' una lista 'nera' di difficile compilazione, ma a voler tracciare un quadro della situazione si può ricorrere a quella stilata da Legambiente che si apre il 10 marzo del 1956 quando un bombardiere B-47 precipita nel Mediterraneo con a bordo due capsule di materiale fissile per la realizzazione di bombe nucleari. Solo 4 mesi dopo, il 27 luglio 1956, un bombardiere B-47 in Gran Bretagna slitta sulla pista e colpisce un deposito contenente sei bombe nucleari. Il settore militare è protagonista di questa lista: il 7 ottobre del 1957 nel complesso nucleare di Windscale in Gran Bretagna, dove si produce plutonio appunto per scopi militari, un incendio genera una imponente nube radioattiva che attraversa l'Europa intera e lascia dietro di sé una lista di 300 morti. A settembre dello stesso anno, in una fabbrica di armi nucleari negli Urali, a Kyshtym, una cisterna contenente scorie radioattive esplode contaminando migliaia di chilometri quadrati di terreno con una nube di 20 milioni di curie che espone alle radiazioni circa 270mila persone. Questa volta i morti sono oltre 100 Anche gli anni '60 hanno la loro lista 'nera' che, dopo 4 incidenti minori, culmina il 17 gennaio del 1966 quando, in seguito alla collisione tra un B-52 statunitense con quattro bombe all'idrogeno B-28 e un aereo cisterna, tre bombe H cadono nei pressi di Palomares, la quarta in mare. La detonazione sparge su una vasta area plutonio e materiale radioattivo: in tre mesi vengono raccolte 1.400 tonnellate di terra e vegetazione radioattiva. Un monitoraggio effettuato nel 1988 su 714 abitanti ha rivelato in 124 di loro una concentrazione di plutonio nelle urine di gran lunga superiore ai livelli normali. Seguono altri 8 incidenti, 5 dei quali in ambito militare. Nove gli incidenti segnalati negli anni '70, da quello del 12 aprile 1970 con il sottomarino sovietico K-8 che affonda nell'Atlantico con a bordo due reattori e due siluri a testata nucleare, alla fuoriuscita di uranio arricchito da una installazione nucleare segreta del Tennessee (7 agosto 1979) che provoca la contaminazione di oltre 1.000 persone, fino alle oltre 1.000 persone contaminate a seguito della fuga radioattiva in un centro di ricerca nucleare, fino ad allora rimasto segreto, a Erwin, negli Stati Uniti (agosto 1979). E se gli anni '80 sono tristemente celebri per l'incidente di Cernobyl, quello ucraino figura in una lista di altri 5 incidenti in Giappone, Inghilterra, Urss, Stati Uniti e nell'Oceano Atlantico. Quello di Cernobyl resta comunque l'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia con la sua nube pari a un miliardo di miliardi di Bequerel che si disperde nell'aria costringendo centinaia di migliaia di persone, soprattutto nella vicina Bielorussia, ad evacuare mentre l'intera Europa viene esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumenta il rischio di contrarre tumori e leucemia. Negli anni '90 e nel XXI secolo la lista degli incidenti si allunga, con rispettivamente 24 incidenti e altri 15 censiti fino al 2007. Manca quindi Fukushima, ma il Giappone è comunque presente con gli incidenti di Mihama (nel 1991 la centrale riversa in mare 20 tonnellate di acqua altamente radioattiva), Monju (nel 1995 due tonnellate di materiali radioattivi fuoriescono dal reattore nucleare), Tokaimura (con due incidenti, uno nel 1997 e l'altro nel 1999 in cui muoiono tre persone, altre 439 vengono esposte alle radiazioni, 600 i ricoverati e 320mila gli evacuati) e Rokkasho (nel 1999 materiale radioattivo fuoriesce da due fusti arrivati dalla centrale nucleare di Ekushima). Negli anni '90, anche la Russia è protagonista della lista, con 7 incidenti; quattro quelli targati Francia, due in Ucraina, e poi singoli incidenti in Gran Bretagna, Scozia, Danimarca, Germania, Corea del Sud e Finlandia. E veniamo agli anni 2000. Fino al 2007, Legambiente censisce sei incidenti in Giappone, tra cui quello del 16 luglio 2007 alla centrale nucleare di Kashiwazaki, la più grande del mondo, anche qui in seguito a terremoto con la fuoriuscita di 1.200 litri di acqua radioattiva che si riversano nel Mar del Giappone. Fa la sua comparsa l'Italia: nel 2003 si sfiora l'incidente nucleare quando il sottomarino americano Hartford s'incaglia a poche miglia dalla base di La Maddalena; nel 2006 viene ammessa la fuoriuscita di plutonio che ha contaminato sei persone addette allo smantellamento degli impianti presso il centro di Casaccia. A questa lista andrebbero poi aggiunte le 2.024 esplosioni sperimentali effettuate tra il 1945 e il 1991; le 459 esplosioni nucleari effettuate in Kazakistan, tra il 1949 e il 1989; gli esperimenti nucleari effettuati dal 1944 al 1974 su 23mila pazienti utilizzati come cavie negli Usa e rivelati nel 1994 da una commissione d'inchiesta; i test nel deserto del Nevada tra il 1951 e il 1963 che hanno rilasciato 12 miliardi di curie e gli esperimenti francesi ordinati dal presidente Jacques Chirac tra il settembre del 1995 e il gennaio 1996 a Mururoa, atollo della Polinesia francese nel Pacifico. Nel mondo sono in attività 433 centrali nucleari, 69 sono in costruzione, 160 pianificate e 329 proposte per la realizzazione. Il dato, aggiornato a giugno 2012, è stato fornito dall'Atomic energy autority del Regno Unito. A farla da padrone sono gli Stati Uniti con 104 impianti, seguono Francia (58), Giappone (50), Russia (33), Corea del Sud (23) e India (20). E' la Cina a puntare sul nucleare: oggi ha 16 centrali attive, 26 in costruzione, 51 già pianificate e 120 proposte per la costruzione. Secondo Lowell Wood della Hoover Institution e allievo del padre della bomba H Edward Teller, "in Cina le regole sono più stringenti rispetto a quelle che ha oggi il Giappone", si tratterebbe quindi di impianti realizzati seguendo rigidi criteri di sicurezza. Tutti i membri del G8 e tutte le 14 nazioni più ricche al mondo in termini di Pil producono attualmente energia elettrica da fonte nucleare con l'unica eccezione dell'Italia. Quella nucleare è, tra le tecnologie energetiche, quella che ha conosciuto lo sviluppo più rapido. Dall'entrata in servizio della prima centrale commerciale nel 1956, l'energia nucleare soddisfa circa il 15% della domanda elettrica nel mondo e in Europa è la principale fonte di generazione: circa il 30% della domanda di elettricità viene soddisfatta con questa tecnologia, una quota superiore al gas e circa uguale a quella proveniente dal carbone, secondo i dati della World Nuclear Association. Sempre secondo la Wna, la capacità nucleare complessivamente installata nel mondo ammonta a circa 375.000 Mw, che nel 2009 hanno generato 2.560 miliardi di kWh. Alcuni Stati hanno annunciato in passato piani per disattivare la loro intera capacità elettro-nucleare: il Parlamento svedese nel 1980, dopo un referendum popolare non vincolante; quello olandese nel 1994, quello tedesco nel 2002, quello belga nel 2003 e quello spagnolo nel 2008 votarono a favore dell'abbandono di tale tecnologia, ma solo l'Italia tra il 1987 e il 1990 ha compiuto alla fine, sulla scia dei referendum del 1987 seguiti all'incidente di Černobyl, una tale scelta politica.