Salvatore Aranzulla, esce il libro sul suo "metodo" che spiega tutto di computer, telefonia e internet
Era il 2002 quando un allora dodicenne Salvatore Aranzulla apriva il suo primo sito di divulgazione informatica, per pubblicare online le guide che aveva scritto e stampato per gli amici del suo paese, Mirabella Imbaccari in provincia di Catania. Forbes Italia lo ritiene tra le persone più influenti del mondo e ne pubblica le gesta. Giovanissimo, aveva già capito l' importanza di condividere con gli altri le proprie conoscenze per diventare un punto di riferimento della comunità e trasformare un hobby in un lavoro a tempo pieno e redditizio. Oggi Aranzulla.it è uno dei trenta siti più visitati in Italia, insieme a Facebook, Google e a quelli porno, aggiunge lui. Aranzulla, dopo la laurea in Economia alla Bocconi di Milano e anni di studi, ricerche, esperimenti, è diventato un imprenditore che fattura 1,6 milioni di euro all' anno per la pubblicità venduta attraverso le pagine del suo dominio e varie iniziative collaterali. Ogni giorno cinquecentomila italiani si collegano al sito per trovare le risposte ai loro dubbi tecnologici: più di cinque al secondo. Il segreto del successo - E tutti, secondo Aranzulla, trovano quello che cercano. Il segreto del suo successo, insieme alla storia di come tutto è iniziato, è raccontato nel libro Il metodo Aranzulla che lo studioso siciliano ha scritto per Mondadori Electa (144 pp, 19,90 euro). Da oggi in libreria, il volume rivela come la passione di Aranzulla per la tecnologia sia nata per un capriccio infantile - voleva un computer come suo cugino e si mise a piangere nel mezzo di un negozio per convincere i genitori a comprarglielo - e maturata con la scoperta delle infinite possibilità di crescita culturale e sociale offerte da quel particolare apparecchio. «Oggi» dice Aranzulla «in un computer, grazie a Internet, possiamo trovare tutto ciò che ci serve per rendere la nostra vita migliore, o almeno più interessante. Siti come Google sono fatti per rispondere a ogni nostra domanda, e questo è il segreto del successo. Conoscendo queste domande in anticipo, grazie ad alcune tecniche di cui parlo nel libro, si possono pubblicare le risposte che tutti cercano e quindi guadagnare visibilità e, nei casi migliori, soldi». Insomma, perché un sito sia popolare sui motori di ricerca, bisogna scrivere non ciò che si vuole, ma ciò che vuole la gente. Non si sono trucchi, né scorciatoie, solo l' applicazione scrupolosa di una strategia (anche) imprenditoriale. E tanta passione. «La qualità paga sempre» assicura Aranzulla «ma possono volerci mesi, se non anni, per essere notati. Perseverare è difficile, ma non impossibile. Inoltre ci sono aree tematiche, come quella dell' automobilismo, che secondo me, in Italia, possono ancora essere sfruttate per creare progetti editoriali di una certa rilevanza. In altre invece c' è troppa concorrenza per emergere e quindi è meglio lasciar perdere, se non si è disposti ad accontentarsi di gestire un semplice sito creato per pura passione». Guide digitali - Oggi sono circa ottomila le guide digitali che si possono leggere gratuitamente sul sito di Aranzulla, divise in tre grandi canali tematici: computer, telefonia e Internet. Insieme a lui, lavorano otto collaboratori esterni, incaricati di trovare nuovi argomenti su cui scrivere e di controllare che gli articoli già pubblicati siano ancora attendibili. «L' aggiornamento dei vecchi contenuti» prosegue Aranzulla «sta diventando la parte preponderante del nostro lavoro. Viviamo in un periodo in cui certe tendenze, come la diffusione degli smartphone e dei social network, si sono consolidate, perciò le cose che la gente cerca online sono sempre le stesse. Tuttavia, la risposta a una domanda può cambiare nel tempo ed è importante dare sempre quella giusta». Ogni anno Aranzulla partecipa a eventi importanti in giro per l' Italia, condivide le sue conoscenze con chi partecipa ai suoi seminari (il prossimo si terrà a Roma il 20 aprile) e fa di tutto per tenersi informato e operativo in campo tecnologico. La sua passione però è un' altra. «Amo la pasticceria» confessa. «Dopo aver frequentato un corso di formazione a Milano, ai tempi dell' Università, ho scoperto di voler fare il pasticcere, mantenendo se possibile l' approccio imprenditoriale che mi ha accompagnato finora. Entro i prossimi due anni mi piacerebbe rendere il sito autonomo dalla mia direzione e iniziare a tempo pieno un' altra attività, più dolce. Con le mie conoscenze tecnologiche vorrei provare a mettere su un' attività che possa rivoluzionare il mondo della pasticceria, o comunque produrre dolci di qualità». Oggi è stato scelto come testimonial delle popolarissima serie di Netflix, la famosissima Black Mirror (è «l' uomo che conosce tutte le risposte»). E la sua storia va avanti. di Marco Vallarino