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Alessandro Borghese: "Nei ristoranti trovo cibo scaduto, sporcizia e tante bugie"

Eliana Giusto
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Sguardo accattivante, sorriso comunicativo, modi garbati e un estro tutto particolare ai fornelli. Sono le prerogative di Alessandro Borghese, quelle che gli hanno permesso di diventare uno dei volti più familiari del piccolo schermo, almeno per quell'ampia fetta di pubblico che segue i cooking show. Per lui il 2018 inizia con una doppia partenza: da stasera va in onda la seconda stagione di Cuochi d'Italia, dal lunedì al venerdì alle 19.30 su Tv8, mentre domani, alle 21.15 su Sky Uno HD, torna Alessandro Borghese 4 ristoranti, con 10 nuovi episodi in prima tv. Leggi anche: Vissani, l'ossessione sessuale che mi perseguita Cuochi d'Italia è una scommessa vinta? «Sì, ci aspettavamo un inizio lento invece ha preso piede abbastanza rapidamente: in quella fascia Tv8 faceva poco più dell'1% di share, noi siamo arrivati al 2,4% andando in onda alle 18.30, tant'è che l'unica cosa che abbiamo cambiato in questa seconda edizione è l'orario, passando ad un preserale più importante, e stiamo già registrando la terza. D'altronde quella regionale è la cucina che l'Italia conosce meglio e c'è molto campanilismo». La matrice regionale dei piatti in sfida non è però l'unica differenza tra questo show e gli altri talent culinari. «Il nostro programma è molto più “easy”, l'assaggio non è severo ma più rilassato. Anche se il giudizio degli chef Cristiano Tomei e Gennaro Esposito è serio, c'è anche una parte più goliardica. Le urla e i piatti sbattuti abbiano stancato». Formula vincente non si cambia: vale anche per Alessandro Borghese 4 ristoranti? «Sì, il format funziona e non va toccato. Abbiamo aggiunto una chicca: un mio bonus di 5 punti che darò a un prodotto gastronomico che accomuna i vari ristoranti, un piatto che dovranno prepararmi durante l'ispezione». Ci sono locali, in queste quattro edizioni, che hanno riservato sorprese, risultando migliori o peggiori di quanto potesse immaginare prima di entrarvi? «Certamente! Di solito se l'estetica è curata lo è anche la cucina, ma tante volte l'abito non fa il monaco: ci sono ristoranti ai quali dall'esterno non daresti una lira e invece si mangia molto bene. Ma ciò che mi sorprende è che continuiamo a trovare roba scaduta nei cassetti, sporco o gente che mente sulla provenienza del cibo: ma non giova barare, il cliente vuole un riscontro veritiero». Ci sarà anche una nuova edizione di Kitchen Sound? «Sì, cominceremo a registrare a breve, per andare in onda nel periodo estivo». E di Junior MasterChef? «Non so se c'è in programma una nuova stagione, mi sembra che Sky ora sia più orientata a fare la versione Celebrity. Ma, se dovesse ricominciare, mi farebbe piacere tornare a farlo». Lei ormai è tanto cuoco quanto showman. Ha mai pensato di dedicarsi a programmi tv che esulano dalla cucina, come chef Rubio e Simone Rugiati? «Non mi mischio a loro, gli attori li lascio fare agli altri. Ho altri progetti: ad ottobre ho aperto il mio ristorante (AB - Il lusso della semplicità, in viale Belisario a Milano, ndr) e ho altre aperture in programma». di Donatella Aragozzini

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