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Aviaria, l'allarme di Matteo Bassetti: "Il virus è mutato, sarà la nuova pandemia"

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"I segnali che arrivano dagli Stati Uniti sono tutt'altro che buoni segnali: mi pare che questo virus dell'influenza Aviaria, l'H5N1, "abbia preso veramente il campo. Il 2024 sarà l'anno con il maggior numero di casi da quando in qualche modo" il patogeno "è conosciuto e soprattutto sono casi che riguardano un Paese, gli Usa, veramente molto 'vicino'", super collegato a noi, "nel mondo occidentale. Non stiamo parlando di una provincia remota del Vietnam o della Cina". "Credo che la cosa più urgente in questa situazione sia di prepararsi", come "so che sta succedendo in molti Paesi europei. E speriamo che anche l'Italia si attrezzi". È la riflessione di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, sugli ultimi sviluppi negli Usa in tema di influenza Aviaria.

"La cosa che preoccupa di più - commenta l'esperto all'Adnkronos Salute - è che l'ultimo caso, quello del paziente over 65 che si è ammalato in maniera grave" in Louisiana, "ha preso un virus che non ha niente a che vedere con quello bovino, è una mutazione ulteriore di un virus veramente aviario, cioè del virus dei volatili". C'è poi il caso "del mangime per gatti", cibo crudo congelato, "che è stato ritirato" in Oregon per positività ad H5N1 dopo la morte di un gatto domestico, collegata al consumo dell'alimento infetto. "Sono tutti segnali - incalza l'infettivologo - come anche l'aver trovato tracce di virus nel latte crudo, e il fatto che" il paziente della Louisiana "si sia contagiato con un volatile da cortile. Segnali che mostrano che questo virus non è ormai solamente confinato agli allevamenti, dove in qualche modo è anche più facile controllarlo, e che è un virus che si sta progressivamente avvicinando sempre di più agli esseri umani".

 

"Stiamo vedendo un virus che sta mutando. Quanto ci vorrà perché faccia un ulteriore salto e diventi trasmissibile da uomo a uomo? Nessuno può saperlo - puntualizza Bassetti - Potrebbe essere già tra pochissimo, nel 2025, o potrebbe essere tra molto tempo. In ogni caso credo che la cosa più urgente in questa situazione sia prepararsi - ripete - prepararsi alla prospettiva che la prossima pandemia potrebbe essere quella da virus dell'influenza Aviaria, e quindi bisogna avere tutti gli strumenti per combatterla: l'approvvigionamento dei vaccini naturalmente per quel che riguarda gli allevatori e anche un'attività di sorveglianza su questo personale da realizzarsi in tutto il mondo; sapere se si hanno scorte adeguate di farmaci antivirali, già disponibili per trattare l'influenza Aviaria se dovessero arrivare casi, posti letto, posti di malattie infettive. Insomma - conclude - tutte cose che credo facciano parte di quell'attività di preparazione fondamentale. Io spero e mi auguro che tutto questo venga fatto".

 

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