Vi tremano le mani? Attenzione: ecco perché potrebbe non essere il Parkinson
A chi non è mai capitato di guardare la propria mano, vederla tremare e pensare all'ipotesi più angosciante: morbo di Parkinson. In realtà, spiega un articolo del Corriere della Sera, il tremore "è uno dei sintomi neurologici più frequenti" e spesso non va associato al Parkinson. Si potrebbe trattare, semmai, del cosiddetto "tremore essenziale".
"Il tremore essenziale è il più frequente disturbo neurologico del movimento - spiega Ioannis Isaias, direttore del Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano e professore di Neurologia all’Università di Würzburg in Germania -. Si tratta di una condizione sostanzialmente benigna, ma può essere molto invalidante. In Italia colpisce circa l’1-1,5% della popolazione, ma dopo i 65 anni raggiunge anche il 5 per cento".
Il tremore, sottolinea l'esperto, si manifesta quando si compie un movimento. Una differenza fondamentale rispetto al Parkinson, dove invece compare soprattutto a riposo. In ogni caso, prosegue il professor Isaias, "nella malattia di Parkinson è associato ad altri sintomi, quali lentezza nei movimenti e rigidità muscolare".
Potrebbe essere legato a "un’attività oscillatoria ritmica patologica del circuito cerebrale che coinvolge il cervelletto, il talamo e la corteccia motoria. È evidente una familiarità e spesso chi ne soffre presenta sintomi già in giovane età". Non è infrequente infatti notare i primi segnali già a scuola, durante la scrittura o le attività sportive durante le quali potrebbero emergere difficoltà di coordinamento.
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"La diagnosi - avverte il professore - si basa su un’attenta visita neurologica": la scentigrafia cerebrale, spiega il Corriere della Sera, permette di "quantificare la carenza di dopamina cerebrale, caratteristica del Parkinson ma non di altri tipi di tremore". Altre condizioni simili, ma con cause differenti, sono il tremore da distonia (malattia rara, caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie) e quello legato a malattie non neurologiche, come l’ipertiroidismo o alla assunzione di farmaci.