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L'infarto non è sempre la causa di tutte le morti cardiache

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Francesco Fedele
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Infarto fulminante! Giovane donna di 28 anni muore di infarto! Calciatore muore a 27 anni: ha avuto un infarto in campo durante la partita! Sono queste le notizie che sempre più frequentemente leggiamo sugli organi di stampa e che indurrebbero a pensare che tutte le morti cardiache sono legate a infarto, termine che racchiude in sè una certa evocazione di ineluttabilità.

Ma cerchiamo, e speriamo, di fare un po’ di chiarezza. Per prima cosa, dobbiamo precisare che le morti di cui spesso si parla sono morti improvvise, intendendo con questo termine la morte che sopraggiunge inaspettata e che avviene entro una ora dall’inizio della sintomatologia acuta. I dati epidemiologici sono impressionanti: in Italia si stima che circa 70mila persone muoiono improvvisamente. La stragrande maggioranza delle morti improvvise è dovuto a cause cardiovascolari che provocano un arresto cardiaco con conseguente interruzione della circolazione sanguigna e, in particolare, dell’irrorazione cerebrale. Di queste 70mila morti improvvise, più di 1000 avvengono in soggetti giovani, apparentemente sani, di età inferiore a 35 anni. Ma sono tutte morti legate a infarto ?

 

ETÀ MATURA

Sicuramente in età matura, in entrambi i sessi, la causa più frequente di patologia cardiovascolare è rappresentata dalla cardiopatia ischemica sostenuta da lesioni aterosclerotiche delle arterie coronarie (le arterie che portano il sangue al cuore) che quando si ostruiscono provocano la morte del tessuto irrorato, causando l’infarto. Infarto che si può manifestare con gravi fenomeni aritmici (il più grave è la fibrillazione ventricolare) responsabile dell’arresto cardiaco e conseguente morte.

Tuttavia, soprattutto nei giovani, le cause della morte cardiaca improvvisa sono molto diverse e comprendono malattie che alterano la struttura, la morfologia e la funzione del cuore, anomalie del sistema elettrico cardiaco e anche processi infiammatori o infettivi. In molti casi la causa è genetica, ovvero ci sono delle mutazioni in uno o più geni del DNA, in altri casi la causa ancora non è nota oppure è la combinazione di più fattori.

 

CAUSE

Le cause più comuni sono rappresentate dalle cardiomiopatie quali la cardiomiopatia ipertrofica e la cardiomiopatia aritmogena (quest’ultima causa del decesso del noto calciatore della Fiorentina Davide Astori). Per quanto riguarda le anomalie del sistema elettrico cardiaco, rilevabili spesso con il solo elettrocardiogramma, ricordiamo la sindrome del QT lungo, del QT corto, la sindrome di Brugada e il Wolf Parkinson White.

Relativamente alle cause infiammatorie o infettive, ricordiamo le miocarditi, chiamate frequentemente in causa durante la pandemia da Covid 19, ma che possono essere la conseguenza di numerose infezioni virali e/o batteriche. Da ultimo, tra le cause più frequenti di morte cardiaca improvvisa, soprattutto nei giovani, dobbiamo ricordare anche le anomalie di origine delle arterie coronarie. Infine è importante sapere che tutte queste patologie cardiovascolari sono diagnosticabili con gli strumenti posseduti dal cardiologo che vanno dall’elettrocardiogramma a riposo, all’elettrocardiogramma durante sforzo, all’ecocardiogramma color doppler fino alla risonanza magnetica nucleare, quest’ultima particolarmente indicata per rilevare patologie infiammatore cardiache (miocarditi) e anomalie di origine delle coronarie.

 

CONSIGLI

Fondamentale per evitare le morti cardiache improvvise è la sensibilizzazione della popolazione alla prevenzione e agli screening cardiovascolari che, a partire dai giovani indipendentemente dalla partecipazione o meno ad attività sportiva agonistica o non agonistica, debbono essere programmati e scadenzati in base al profilo di rischio cardiovascolare che, il medico di famiglia inizialmente e il cardiologo poi, possono definire per ognuno di noi.

Concludendo e riassumendo, non tutte le morti cardiache sono infarti, quasi mai sono ineluttabili, con notevoli possibilità diagnostiche ed ampiamente evitabili attraverso adeguata sensibilizzazione, informazione e prevenzione.

di prof Francesco Fedele
Responsabile Riabilitazione Cardiocircolatoria San Raffaele Montecompatri

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