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Zecche, zanzare e calabroni: ecco i trucchi per difendersi

Caterina Maniaci
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Notti tropicali, quando il caldo non dà tregua, le finestre sono spalancate e mentre si tenta disperatamente di chiudere gli occhi e scivolare finalmente in un sonno ristoratore, un ronzio sordo penetra nel cervello, ossessivo, fastidioso.

Zanzare, grosse come elicotteri, e cimici che svolazzano, mentre ombre sinistre si disegnano sui muri: ragni che silenziosamente tessono la loro tela; e poi altri rumori, sibili, fruscii... Che fare? Tirare ciabatte, accendere zampironi e pastiglie varie, o rituali magici per sconfiggere gli attacchi?

Non siamo ai Tropici, ma in Italia, dove le temperature medie sempre più alte non solo fanno proliferare gli insetti aumentandone la popolazione, «ma li rendono sempre più aggressivi sia verso l’uomo che verso l’ambiente, creando habitat ideali per specie aliene che sempre più rapidamente si diffondono sul nostro territorio». Qualcosa che stiamo sperimentando quasi tutti, ma ora lo mette nero su bianco, in una nota, la Società italiana di medicina ambientale (Sima), che ha diffuso anche una guida pratica per difendersi da morsi e punture e capire come intervenire correttamente. Ricordando che ogni anno in Italia muoiono fino a 20 persone a causa delle punture di vespe e calabroni, e due persone su cento sviluppano reazioni allergiche.

L’aumento delle temperature medie, insieme alla globalizzazione del commercio, causa la diffusione di nuove specie animali come cimici asiatiche, cavallette africane, scarabei giapponesi, formiche rosse. Nella guida ci sono descrizioni delle varie specie e di quali pericoli comportino incontri più o meno ravvicinati con loro. E soprattutto come difendersi: indossare abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche, coprire braccia e gambe, evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi tra l’erba alta. Usare prodotti specifici contro le zecche sugli animali domestici. In caso di puntura non utilizzare mai alcol, benzina, acetone, ammoniaca, olio o grassi, né (se mai ne venisse l’idea) oggetti arroventati.

Capitolo corposo quello che riguarda le zanzare, che nel nostro Paese si dividono in circa 60 specie, tra queste la più temibile è la zanzara tigre, che prolifera nei luoghi di raccolte d’acqua (secchi, annaffiatoi, sottovasi, caditoie, tombini, eccetera). Tra le malattie trasmesse all’uomo da queste zanzare ve ne sono alcune molto gravi, come i virus dengue, chikungunya e febbre gialla.

Vanno combattute eliminando il loro habitat, ossia accumuli di acqua in sottovasi, annaffiatoi, bidoni e simili; innaffiare giardini e piante direttamente con le pompe; trattare ogni 7-10 giorni con prodotti specifici le parti esterne delle case dove si raccoglie l’acqua; utilizzare repellenti a base di principi attivi tra i quali deet e icaridina. Nei luoghi chiusi usare vaporizzatori elettrici, tenendo ben arieggiati i locali.

Ma se, nonostante tutto, l’attacco non riusciamo a sventarlo, evitare di grattarsi e utilizzare prodotti specifici e comunque usare un casalingo cubetto di ghiaccio sulla puntura. In casi estremi consultare il medico. Poi ci sono le temutissime punture di api, vespe e calabroni che provocano, nella maggior parte dei casi, una reazione locale, con una manifestazione cutanea, dolore, rossore e gonfiore. Ma chi è allergico, e magari non lo sa, rischia molto. Le più aggressive sono le vespe, che proliferano in alberi, spazi del tetto, cataste di legna, ristagni d’acqua, cespugli, raccoglitori per i rifiuti. Se si è punti da un’ape bisogna subito togliere il pungiglione, con una pinzetta; per le punture in generale, applicare del ghiaccio; non grattarsi, nonostante il prurito, e se la reazione è estesa utilizzare un cortisonico e un antistaminico. Purtroppo a volte la situazione precipita e si deve chiamare tempestivamente il pronto soccorso. Proprio in questi giorni la cronaca registra casi estremi, in cui una puntura può provocare addirittura la morte.

 

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