Soffocati da un boccone, ecco come evitare la morte: una mossa decisiva
È successo ancora. Edoardo, 5 anni, è morto la scorsa settimana, soffocato da un tozzo di pane che gli si era incastrato in gola, ostruendo le vie aeree e impedendogli di respirare. È il secondo caso in pochi giorni: il mese scorso una bimba di 8 mesi è spirata a Monza dopo cinque giorni di agonia, sempre a causa di un soffocamento avvenuto durante il pranzo. Ogni settimana in Italia una persona muore a causa di un boccone che va di traverso e occlude la trachea, impedendo il respiro. Succede agli adulti e soprattutto accade con grande frequenza ai bambini sotto i 3 anni, per cui è importante che i genitori sappiano come comportarsi in casi del genere per salvare la vita al proprio figlio, poiché oltre il 50% degli incidenti avviene in loro presenza.
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I bambini piccoli vanno sempre sorvegliati mentre mangiano, dal momento che hanno una dentizione incompleta per la masticazione, un ridotto diametro delle vie aeree, una scarsa coordinazione tra il masticare e il deglutire, e spesso tali azioni avvengono in contemporanea con il gioco, il guardare la televisione, il parlare o il ridere, tutte cose che diminuiscono l’attenzione sull’atto del mangiare. Un bambino dovrebbe sempre consumare il pasto a tavola, seduto con la schiena diritta, e assumere bocconi piccoli che vanno masticati bene prima di essere deglutiti. La masticazione è la cosa più importante da insegnare per evitare il soffocamento, e un singolo boccone andrebbe triturato tra i denti 33 volte, come gli annidi Cristo, una regola che vale anche per una corretta e rapida digestione e che andrebbe estesa a tutti.
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Gli alimenti più pericolosi che inducono il soffocamento sono la carne, i bocconi di prosciutto e dei würstel appiccicosi, oltre al pane con mollica, le lische di pesce, gli ossicini di pollo, e tutti i cibi ovali o cilindrici, come i chicchi d’una, le olive o le caramelle gommose, e tutti gli alimenti duri o di grandi dimensioni che possono scivolare nelle vie aeree prima che il bambino riesca a morderli o ad adattarli a boccone deglutibile. Il primo campanello d’allarme di una ostruzione parziale delle vie aeree (non solo da cibo ma anche da piccoli oggetti) con cui il bambino istintivamente reagisce è un piccolo colpo di tosse o un tentativo di rigurgito, ma quando il blocco tracheale è profondo e diviene completo il bimbo non piange e non tossisce, non parla e non emette suoni, il volto e le mucose diventano cianotiche, di colore viola o grigio , lo stesso sguardo dell’infante tradisce l’espressione di panico e della fame d’aria, fino a quando smette di respirare, si abbandona, perde conoscenza ed il torace appare immobile.
Naturalmente la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi, telefonare al 118 in viva voce, non farsi prendere dal panico e restare freddi, mentre la strategia da adottare in attesa dell’ambulanza dipende dall’età del figlio. La vittima comunque va aiutata immediatamente, perché anche soli cinque minuti di ipossia, ciò e mancanza di ossigeno, può creare danni irreparabili. Quindi è sconsigliato spostare il bambino e portarlo nell’ospedale più vicino, poiché i minuti del primo del soccorso sono fondamentali, e tantomeno è considerato deleterio infilare le dita in gola cercando di rimuovere o estrarre il corpo estraneo, manovra che quasi mai risolve l’ostruzione ma la complica ulteriormente, spingendo ancora più in profondità l’oggetto o il cibo incastrato.
Fino ad un anno di età il piccolo va tenuto in braccio piegato in avanti, si deve posizionare una mano attorno alla sua mandibola e con l’altra vanno assestati piccoli colpi sulla schiena tra le scapole, alternando compressioni toraciche finché l’istruzione non si risolve con la fuoriuscita dell’ ostacolo e il bambino torna a respirare e recuperare lo stato di coscienza, spesso svanito durante la mancata ossigenazione cerebrale. Nei bambini più grandi e negli adulti invece, in attesa dei soccorsi medici, è indispensabile effettuare la famosa “manovra di Heimlich”, ovvero abbracciare il soggetto dal retro sui fianchi e sotto le sue braccia, circondandolo dalla schiena per intenderci, ed utilizzando mani e braccia dell’operatore per esercitare una serie di rapide e continue pressioni proprio sotto lo sterno e sopra l’ombelico, dirigendo la spinta verso l’alto, in modo di stimolare il diaframma a comprimersi e dare la spinta sull’ albero tracheale per facilitare l’espulsione del boccone letale.
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In pratica tale manovra imita un poderoso colpo di tosse indotto ed in genere risulta, se tempestiva, efficace e definitiva. Il soffocamento accidentale da cibo rappresenta la seconda causa di morte nei bambini da 0 a 4 anni, ed ogni anno in Italia sono 50 i decessi stimati da questo tipo di incidenti, che salgono a 500 in Europa. Oltretutto questi accidenti drammatici sono causati da distrazioni o sottovalutazioni di cosa ci si mette in bocca mentre si parla osi ride, e soprattutto sono eventi letali che uccidono soggetti sani, esenti da patologie, che avrebbero aspettative di vita lunghe, mentre consumano pasti per alimentarsi, crescere e vivere.