Vaccino, ecco a cosa è dovuta la maggior parte delle reazioni avverse: ora si capisce tutto
Con il vaccino per il Covid è arrivato anche l’effetto nocebo: il fenomeno che ci fa provare le conseguenze negative di un trattamento che in realtà non abbiamo ricevuto. Proprio questo l’effetto sarebbe responsabile di più di due terzi delle reazioni avverse comuni, come mal di testa e affaticamento, attribuite alla vaccinazione anti Covid-19. A sostenerlo è un’analisi su 12 studi clinici condotta dai ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School, che hanno studiato i dati sugli effetti collaterali riferiti sia da chi è stato davvero vaccinato sia da chi, invece, ha ricevuto un’iniezione di semplice soluzione salina.
I ricercatori hanno calcolato che dopo la prima somministrazione più del 35% delle persone incluse nei gruppi di controllo (iniettati con semplice soluzione salina) ha riferito di aver sperimentato effetti collaterali sistemici come mal di testa e affaticamento e il 16% ha segnalato reazioni nel sito di iniezione (dolore al braccio, gonfiore, arrossamento). La percentuale di reazioni avverse segnalate da chi aveva ricevuto davvero il vaccino era più alta: il 46% ha riportato effetti sistemici e due terzi reazioni nel sito di iniezione.
Vaccino, sentenza di Matteo Bassetti: quanti ne può sostenere il nostro organismo all'anno
Questo tipo di informazioni può indurre le persone a attribuire erroneamente certe sensazioni al trattamento ricevuto, anche se potrebbero dipendere da tutt’altro. Inoltre c’è da considerare che dopo un trattamento che si sa che potrebbe dare delle reazioni avverse la soglia di attenzione delle persone a qualsiasi problema è più alta. Se i pazienti venissero informati del tutto sulle possibili conseguenze, anche sull’effetto placebo/nocebo, la preoccupazione potrebbe calare, con effetti anche sull’esitazione vaccinale.