Zona arancione, "i dati lo confermano": rovinosa sorpresa, la regione che sta per crollare
C'è un giallo sull'eventuale passaggio in zona arancione del Lazio. L'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato è stato netto: "È escluso l'arancione, siamo in una fase di plateau. Le terapie intensive sono sotto la soglia di allerta". Nel Lazio ci sono 203 degenti-Covid nei reparti di terapia intensiva, pari ad un tasso d'occupazione del 22%: 5 punti percentuali in più della media nazionale e 2 in più della soglia critica indicata dal Ministero (20%) per passare dalla zona gialla all'arancione. Nel Lazio il tasso d'occupazione in area medica è oltre il 30% è al 33%, 3 punti oltre la media nazionale. Se il tasso d'incidenza sforerà i 150 casi per 100mila abitanti si rischia l'arancione.
In caso di zona arancione per i non vaccinati e per coloro che non hanno il green pass rafforzato, si potrà passare da un Comune all'altro solo per ragioni di necessità, di lavoro o di salute. I dati nel Lazio hanno segnato un nuovo picco: con 1.578,88 casi settimanali ogni 100mila abitanti. "I dati preliminari condotti dal Seresmi-Spallanzani vedono un valore RT ancora sotto a 1 (0.76) per la seconda settimana di seguito, un numero di casi stabili rispetto alla settimana precedente, con un aumento dell'incidenza legato prevalentemente agli asintomatici", ha D'Amato.
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D'Amato ha spiegato che, "nel Lazio la variante Omicron è oramai prevalente al 95% sul totale dei campioni sequenziati. Questo è il dato che emerge dall'analisi preliminare del laboratorio regionale di riferimento dell'Istituto Spallanzani". Gli ultimi dati rivelano una leggera flessione dei contagi: su un totale di 105.335 tamponi, infatti, sono emersi 13.467 (di cui 6.692 a Roma) nuovi casi positivi (-1.520 rispetto a mercoledì), con 28 decessi (+10). Il rapporto tra positivi e tamponi è al 12,7%, ma con un nuovo record di guariti: +11.961.